<p><strong>MILANO - </strong>In un preciso momento storico può accadere che in una singola partita succeda tutto questo:</p> <ul> <li>la rete dello 0-2 (regolare) venga annullata per fuorigioco<br /> </li> <li>l'autore del gol del vantaggio debba lasciare il campo per un infortunio al ginocchio<br /> </li> <li>gli avversari rimontino il risultato<br /> </li> <li>a 15 minuti dalla fine il fresco campione del mondo, autore del rigore decisivo della finale mondiale, sbagli il penalty del possibile pareggio<br /> </li> <li>il portiere lasci il campo con una vistosa fasciatura alla mano</li> </ul> <p>Questa è una partita che ha fatto la storia. Questo fu l'esordio della cavalcata che si chiuse a Roma con l'Inter pronta ad alzare la sua prima Coppa Uefa. Era il 19 settembre del 1990 e sulla panchina nerazzurra sedeva <strong><a href="https://110.inter.it/giovanni-trapattoni/">Giovanni Trapattoni</a></strong>. Il vantaggio lo segnò <a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0396"><strong>Matthaus</strong></a>, che poi dovette lasciare il campo per un infortunio al ginocchio a seguito di un contrasto di gioco. Il gol annullato lo mise a segno <a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0336"><strong>Klinsmann</strong></a>. Il rigore lo sbagliò <strong><a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0094">Brehme</a></strong>. Il match finì 2-1 per i padroni di casa. <a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0687"><strong>Zenga</strong></a> uscì dal campo dolorante ma sicuro di ribaltare il risultato in casa.</p> <p>Quella sera l'avversario si chiamava Rapid Vienna, una squadra fisica, che aveva cominciato la preparazione con 6 settimane di anticipo rispetto all'Inter del Trap e che riuscì a schiacciare nella sua metà campo i nerazzurri rimasti senza la corsa e <a href="https://www.youtube.com/watch?v=gTRJh1U3C48">le giocate del loro numero 10</a>.</p> <p>Al ritorno però fu tutta un'altra storia.</p> <p>Se all'andata i tedeschi dell'Inter avevano trascorso una serata 'maledetta', al ritorno fu l'altra anima, quella italiana, italianissima di <a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0061"><strong>Nicola Berti</strong></a> a innescare la prima di una serie di rimonte storiche:</p> <p>"In Austria ho lasciato il segno più di una volta. Al Prater ho segnato prima con la Nazionale, poi nella finale di andata della Coppa Uefa 93/94, contro il Casino Salisburgo. Mi avevano promesso in dono le Mozartkugel (meglio conosciute come 'palle di Mozart') ma non le ho mai ricevute <em>(ride, ndr). </em>In quella corsa alla Coppa Uefa però fui l'uomo del ritorno, delle rimonte, a partire dal match che si giocò al Bentegodi proprio contro il Rapid Vienna".</p> <p>"Sapevamo di non poter perdere contro di loro. All'andata avevano sfruttato la loro fisicità, al ritorno dovevamo superarli con la nostra tecnica e il nostro orgoglio. In quella partita ho fatto due gol atipici, non di inserimenti ma di appoggi, <a href="https://110.inter.it/nicola-berti/">non propriamente 'alla Berti'</a>. Sono stati gol dalla distanza, di forza e potenza".</p> <p>"Gli assist? Entrambi di <strong><a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0598">Serena</a></strong>, ma poi io ho ricambiato più volte il favore".</p> <p>A rendere tutto più poetico il gol del Rapid e i supplementari. Qui i protagonisti cambiano. Serena per <strong><a href="https://www.inter.it/it/archivio_giocatore/G0066">Bianchi</a></strong>, finta e filtrante per Klinsmann e tunnel al portiere per il passaggio del turno.</p> <p>Giovedì l'Inter sarà di nuovo di scena a Vienna, di fronte ancora il Rapid, quasi trenta anni dopo una serata che sia <strong><a href="https://www.youtube.com/watch?v=cYP71J0_oUk">Berti</a></strong> che <strong><a href="https://www.youtube.com/watch?v=NdBPk6vOMcU&t=3s">Matthaus</a></strong> ricordano ancora bene.</p> <p> </p> <p> </p>
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