ISTVÁN NYERS, L'UOMO DEI DERBY

-3 al #DerbyMilano: MondoFutbol ci racconta la storia del miglior realizzatore straniero dell'Inter, protagonista di 11 reti nella stracittadina

MILANO - "L'Inter era una squadra meravigliosa, con un attacco fantastico. Eravamo tutti artisti del pallone. Anni bellissimi. Io ero amico di tutti. Nell'Inter e a Milano, a 25 anni, avevo trovato la tana". Così István Nyers, classe 1924, ricordava qualche anno prima di morire la sua esperienza nerazzurra a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Sei stagioni, 133 gol in Serie A e palma di miglior realizzatore straniero della Beneamata nella massima serie. Un giocatore differente, sia nel modo di giocare, fantasioso e moderno, sia nella maniera di scendere in campo, con le cavigliere bianche sopra i calzettoni e con una storia da romanzo. Era nato in Francia, dove la sua famiglia, originaria di Ózd, nel nord dell'Ungheria, era emigrata per lavoro, aveva imparato a giocare a calcio insieme al fratello Ferenc a Budapest e, dopo un breve passaggio in Cecoslovacchia, era sbarcato a Parigi, allo Stade Français, dove era stato agli ordini di un tecnico argentino cresciuto tra il Sudamerica e il Marocco: Helenio Herrera. Giulio Cappelli, futuro allenatore nerazzurro, l'aveva notato in un'amichevole proprio contro l'Inter portandolo a Milano nel 1948.

L'impatto con la nuova realtà è straordinario. Insieme a lui giocano altri talenti cristallini come Benito Lorenzi e Amedeo Amadei, e Nyers, che per tutti è semplicemente 'Stefano' o 'Le Grand Etienne', conquista il pubblico nerazzurro con i suoi dribbling, i suoi tiri precisi e i suoi numeri. Si presenta con una tripletta alla Sampdoria e nella prima stagione con l'Inter realizza 26 reti, laureandosi capocannoniere della Serie A. Si esalta in molte partite, ma in una in particolare: il derby di Milano. Al suo debutto nella stracittadina apre le marcature nel successo per 0-2 contro i rossoneri (chiuderà il conto l'amico Lorenzi) e, nello stesso campionato, firma una doppietta nella sfida di ritorno del febbraio 1949, terminata 4-4. Tre reti in due partite che sono le prime di undici, messe a segno dall'attaccante 'senza patria' (Nyers infatti era apolide) contro i cugini. Con la maglia dell'Inter solo Giuseppe Meazza ha fatto meglio di lui con 12 marcature.

Un amore per la stracittadina che in due occasioni fa davvero la Storia. Come il 6 novembre 1949, quando István è protagonista insieme a Lorenzi e ad Amadei di uno dei derby più incredibili di sempre , con i nerazzurri sotto 4-1 dopo 19' e poi vittoriosi 6-5 al 90'. O come il primo novembre 1953. A pochi giorni dal match l'attaccante, che oltre a essere talentuoso e generoso in campo vive una vita 'al massimo' tra auto americane, poker e belle donne nel tempo libero, è fuori rosa perché ha chiesto un ritocco dell'ingaggio, oltre a non avere restituito, secondo alcuni, un prestito fattogli dalla società. Il presidente Carlo Masseroni sembra irremovibile, ma a risolvere tutto ci pensa l'abilità diplomatica di un giovane Giuseppe Prisco, allora semplice consigliere, che dopo una piccola trattativa riesce a fare reintegrare Nyers in squadra. 'Stefano' ripaga lui e i tifosi nerazzurri, con gli interessi. Tre gol tra il 54' e il 73', tra cui un rigore, e Milan battuto 3-0. Quelle saranno le ultime reti che Nyers realizzerà contro i rossoneri con la maglia dell'Inter.

A fine stagione con lo scudetto sul petto, il secondo consecutivo con i nerazzurri, deciderà di lasciare Milano. Andrà a Roma per poi trasferirsi in Spagna, dove vestirà tra le altre la maglia del Barcellona, senza però giocare gare ufficiali. Morirà nel 2005 a Subotica, in Serbia, a pochi chilometri dall'Ungheria dove aveva cominciato la sua romanzesca vita da calciatore. Fatta di giocate imprevedibili, divertimento e un amore speciale, per la maglia nerazzurra. Onorata sempre, ma soprattutto nei derby. Con i gol, la lingua che Nyers, "fratello del mondo', sapeva parlare meglio di tutti.

 

Roberto Brambilla 

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