MILANO - Terza e ultima parte della conferenza stampa di Erick Thohir, che parla del calcio italiano, della Lega e smentisce che ci sia l'ingresso di nuovi soci all'Inter.
Il calcio italiano
'Quando siamo arrivati all'inizio ci siamo confrontati con Moratti
e Soetedjo, concordando con il nuovo assetto manageriale che ci sarebbe stato periodo
di transizione che potesse portare la Società alla stabilità finanziaria nel
giro di due, tre anni. Certo, la gente mi chiede della finale di Champions League
a Milano nel 2016, non vediamo l'ora che venga disputata, ma per quanto ci
riguarda dipende da come si svilupperanno i prossimi due anni. Credo che quando
si costruisce una squadra, anche dal punto di vista tecnico, lo spirito
battagliero e il lavoro di squadra siano più importanti che raccogliere stelle.
Certo, averne è una buona cosa, ecco perché dobbiamo essere in salute per poter
poi comprare i grandi giocatori.
E' impossibile comprare giocatori come Bale per squadre come le italiane. Molte
di loro non sono più in quella posizione in cui si trovavano dieci anni fa. Il
processo non riguarda solo l'Inter, ma anche molte delle squadre di calcio
italiane che vogliono adottare questo tipo di strategia.
Certo , noi siamo solo uno dei club che compongono la Serie A. E' importante
che la Lega cambi, perché è importante competere. Ecco perché quando ieri sera
io e Angelomario (Moratti, ndr) siamo andati a cena con i rappresentanti di Infront,
una delle cose di cui abbiamo parlato in relazione al nostro accordo, è il piano
per il futuro. Infront è l'advisor della Serie A, ritenevo che per loro fosse
importante comprendere il mio punto di vista. Quello che mi hanno detto loro è
che al momento esistono due grandi mercati per la Serie A: il Medio Oriente e
il Sud America, ma non l'Europa. Questo perché in Europa la Serie A non è più
una delle top league. La domanda è: come possiamo penetrare in quei mercati e
competere con le altre leghe? Bisogna discutere, per esempio, degli orari delle
partite. L'Inter fa parte della Serie A, quindi anche la Serie A ha bisogno di
competere'.
Serie A a 18 squadre e squadre B
'Le leghe calcistiche vengono gestite in una maniera diversa in ogni paese, non
so cosa sia il meglio per l'Italia in questo senso e non credo sia giusto che
io giudichi le decisioni. E' importante che siano la Serie A e i club a
discuterne. Sono nuovo, sono solo uno dei proprietari dei club. Per quanto
riguarda le 'squadre B', penso sia una buona cosa, ma dipende dalle strategie:
per esempio nella MLS i club lavorano con società più piccole, con cui
stabiliscono una partnership, ma qui non
si può, stando a quel che so.
E' importante avere squadre di quel genere per i giocatori giovani, perché le
opportunità che loro hanno in Serie A non sono paragonabili a quelle delle
altre leghe. L'Italia è uno dei paesi che continua a produrre giocatori: se
fosse una cosa utile alla crescita dei giovani, allora perché no'.
Nessun socio nuovo
'Ho già dei partner, Massimo Moratti e la sua famiglia e Soetedjo. I media
continuano a dire che sto cercando dei nuovi soci, ma non so da dove vengano
fuori informazioni del genere. Mi chiedono di Lim, di Barki... ma noi siamo qui, i
soci siamo noi, siamo noi coloro che sviluppano la squadra,. Peter Lim è un mio
amico, è una brava persona, non commento il fatto che abbia l'opportunità di
acquistare altri club, ma è una decisione che appoggio come amico.
La famiglia Barki ha una squadra in Australia e una in Belgio, è una cosa
positiva che io appoggio. Altri amici miei e di Soetedjo sono Tony Fernandes
del Queen's Park Rangers, Vincent Tan del Cardiff: queste amicizie sono una
buona cosa. Ma diventa fastidioso quando i media continuano a chiedere se ci
siano dei nuovi partner, perché non è vero. E non è giusto mettere un punto di
domanda quando si ha una relazione del genere, almeno che non sia vero, ma dal
momento che non lo è non commento. Perché alla fine non voglio nemmeno inviare
il messaggio sbagliato ai miei soci attuali, magari potrebbero pensare che non
mi trovo bene con loro. Quando mi chiedete dell'Inter, posso dirvi che posso
condividere certe esperienze, perché per me è una cosa utile, come quando ho
parlato con Ruben (Ruben Emir Gnanalingam, uno dei proprietari del Queen's Park
Rangers, ndr): guardate il QPR, il primo anno erano forti e hanno speso molto,
poi sono retrocessi in Championship. Volevo sapere, come amico, cosa stesse
succedendo e volevo dargli appoggio. Lo sapete, la storia del club dice che l'Inter
non è mai retrocessa, non vogliamo che succeda anche qui. E' importante
imparare qualcosa dagli amici che fanno questo lavoro. Come quando ho
incontrato il presidente e il COO del Real Madrid. Gli ho fatto molte domande,
è stata un'opportunità per imparare qualcosa sul Real Madrid, ho scoperto per
esempio che hanno abbandonato i quattro palazzi che mi hanno fatto vedere dove
prima si allenavano per spostarsi in un'area da 120 ettari. Mi hanno portato a
vedere le strutture e ho imparato molto.
Ho discusso con loro riguardo quanto spendano per i giocatori, mi hanno detto
che spendono meno del 50% degli introiti, ma se il loro fatturato è di 500
milioni di euro... . Questo per me
rappresenta un buon modo per imparare qualcosa, perché quello che vedi negli
USA, in Indonesia, in Italia, o nella English Premier League, non è identico al
100%. E' un buon modo per imparare qualcosa, ed è lo stesso motivo per cui
sprono il mio management a imparare qualcosa continuamente, perché la competizione
si fa sempre più forte'.
Differenze con strategie passate
Abbiamo un business plan, abbiamo delle nuove strutture. Le banche e i soci
hanno esaminato queste nuove strutture e strategie e pensano siano
sufficientemente prudenti, credono nei concepts. Ora abbiamo un piano di
finanziamento a livello globale. La differenza sta nel fatto che prima si
pianificava di anno in anno, ora di cinque in cinque. Quando si attua una
pianificazione quinquennale è più facile, per tutto il management è facile impostare una strategia e si ha il
tempo di crescere, impostando una tempistica per il business plan, così che il
club possa essere più in salute.
E' differente con quanto accade con la Roma: quando James Pallotta la Roma era
già in parte controllata dalle banche, quindi una situazione completamente
diversa. Le strutture che hanno sono differenti, ma usiamo un modello simile di
business, simile a quello di molti club del mondo.
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