MILANO - "Un innovatore. L'allenatore con cui l'Inter, allora Ambrosiana, vinse il primo campionato a girone unico della storia. Vincente con noi ma anche con il Bologna. Tutto questo ma anche molto di più, per la tragedia umana sua e dalla sua famiglia, è stato Arpad Weisz. Ha fatto la storia dell'Inter e noi ci teniamo particolarmente", con queste parole il presidente nerazzurro Massimo Moratti, prima dell'inizio della partita di Tim Cup tra Inter e Bologna, ha ricordato Arpad Weisz, ucciso dalla follia nazista. Lui e ancor prima la sua famiglia.
"Quando negli anni Cinquanta ho iniziato a seguire la squadra ero piacevolmente impressionato dalla sua figura, esempio di serietà e impegno. A lui siamo molto uniti, anche umanamente", prosegue Moratti. Weisz non è solo Storia, la sua figura sfida anche il presente che si macchia di razzismo. Eclatante l'ultimo episodio, quello dell'amichevole del Milan a Busto Arsizio: "Purtroppo il razzismo non è qualcosa che è finito. Ha fatto bene Boateng a lasciare il campo. Quello di Busto - sottolinea Moratti - è stato un esempio pessimo di tifo. Pessimo davvero, anche se ridotto solo ad alcune persone. Fondamentale, in questo senso, deve essere il nostro supporto contro tali pensieri negativi. Il calcio, come fenomeno sociale, può aiutare a combattere il razzismo".
Un supporto che oggi è stato simbolicamente rappresentato dal ritrovarsi insieme nel nome di Weisz, Inter e Bologna, allo stadio "Meazza", di fronte alla targa apposta proprio in memoria dell'allenatore ungherese lo scorso 27 gennaio. Presenti il presidente nerazzurro Massimo Moratti, il presidente rossoblu Albano Guaraldi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il sindaco di Bologna Virginio Merola, l'assessore allo Sport del Comune di Milano Chiara Bisconti, il console Generale d'Ungheria Istvan Manno, i rappresentanti della comunità ebraica milanese e i fautori del progetto 'W il calcio', che hanno organizzato l'evento.
Dai vertici delle due squadre ai giocatori, tutti nel nome di Weisz: ed è così che i protagonisti del match scendono in campo con una t-shirt con l'immagine di Weisz e la scritta 'no al razzismo'. Per non dimenticare e per un futuro sempre migliore: Weisz con le sue idee rivoluzionò il calcio, oggi il suo ricordo può farlo di nuovo.