MILANO - Il viaggio in un talento. Ricardo Alvarez è un mondo calcistico ancora da esplorare, ma l'Inter e la sua gente ne hanno già assaporato le qualità in questa sua prima stagione italiana, certamente 'di adattamento' e anche sfortunata, visto che un infortunio ha tenuto ai margini il centrocampista sino alla gara di ieri sera con il Siena.
Tutto questo, ed altro ancora, stasera in "Prima Serata", il programma condotto da Edoardo Caldara, direttore di Inter Channel, che ha navigato il pianeta Alvarez seguendo la rotta delle domande dei tifosi.
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"Tutti questi messaggi dei tifosi per me sono importanti, sono parole che fanno bene, devo dimostrare sul campo che i tifosi hanno ragione", sottolinea Ricardo davanti alla massa (è il termine giusto: massa) di mail, fax, lettere. Caldara, in più, da giornalista esperto e preparato, lo stuzzica: "La mia posizione in campo? Dipende, può cambiare di gara in gara: ci sono avversari che lasciano spazio nella zona centrale e quindi si può trovare la posizione dietro le due punte. Però ci sono avversari, come il Siena, che in mezzo fanno densità, quindi bisogna andare a trovare 'aria' sulle corsie esterne, per poi rientrare per tiri e cross". Alvarez è veloce di testa, lo si capisce anche da come risponde alle domande più insidiose: "Capisco la gente, capisco anche i fischi della gente. Sono stati abituati a vedere un'Inter diversa, con giocatori diversi che avevano caratteristiche diverse. Chi è arrivato adesso deve dimostrare di essere all'altezza dell'Inter e conquistare la fiducia attraverso le prestazioni in campo". Per affrontare quelli che vengono definiti 'gli esami di San Siro', Ricardo ha scelto un percorso di studio magari non immediato, ma che - ne siamo certi - porterà alla definitiva promozione. "Può esserci sempre qualcuno al quale non piace il mio calcio. Penso che la grinta si possa manifestare in forme diverse, principalmente due: andare a combattere su ogni palla come se fosse l'ultima e correre sempre per arrivare prima dell'avversario; oppure, ed è questo il mio senso del calcio, la voglia e la personalità si possono dimostrare chiedendo sempre la palla, facendosi vedere, è anche questa una forma di grinta e di coraggio. Ora, rispetto a quando sono arrivato, gioco con maggiore sicurezza e, tatticamente, sono migliorato tantissimo, perché questa è la scuola del calcio italiano, la tattica è la cosa più importante e, sotto questo punto di vista, ero carente. Comunque, tranquillo, mi diverto sempre: quando sono stato fuori due mesi non vedevo l'ora di tornare. Credo di poter dire che il calcio italiano ora è il mio calcio e che ho ancora tanti margini di miglioramento, posso capire ancora di più che cosa devo fare dentro questo calcio".
A questo punto della trasmissione, Caldara e i tifosi che hanno scritto a Inter Channel interrogano Ricardo sul ruolo che hanno avuto, nella sua evoluzione, gli allenatori: "Ranieri mi ha insegnato molto, mi ha dato fiducia, mi ha dato la continuità, lo ringrazio e penso che con me abbia fatto davvero un ottimo lavoro. Stramaccioni mi piace. Per lui è una grande sfida, è un bravo allenatore, sa parlare al cuore dei giocatori, sa parlare alla squadra. Anche lui è giovane e, come me, deve imparare tanto, però è molto preparato e molto attento. Che cosa mi ha detto prima della gara con il Siena? A parte le indicazioni tattche, mi ha chiesto di avere fiducia in me stesso, di fare tutto ciò che so fare": parole che hanno fatto breccia, soprattutto nella ripresa della gara di ieri sera, e che potrete ascoltare, direttamente dalla voce di Alvarez, stasera, a partire dalle ore 21, in "Prima Serata" su Inter Channel.