APPIANO GENTILE - "Non ero male a giocare, potete chiedere se volete, non vorrei dare proprio l'idea di essere stato uno scarsone...": sorride e fa sorridere Andrea Stramaccioni, quando durante la conferenza stampa della vigilia di Cagliari-Inter - toccato nell'orgoglio - a lasciare passare il concetto di non aver avuto un passato da grande calciatore magari per poca qualità proprio non ce la fa, lui che purtroppo è stato costretto a interrompere a causa di un grave infortunio al ginocchio.
Attento ai particolari in campo ma anche fuori dal campo, neanche il termine 'scaraventato' riesce a far passare in silenzio ("scaraventato è brutto, dai"), quando i cronisti lo utilizzano per parlare del suo passaggio dalla Primavera alla prima squadra. Puntualizzazioni sinonimo di carattere, che a Stramaccioni certo non difetta, in questo e nel perseguire l'obiettivo, "fare bene con l'Inter. Obiettivo mio - spiega - ma anche di tutte le altre persone che mi stanno vicino, del presidente, dei dirigenti, di tutta questa grande famiglia che è l'Inter. Proprio di una famiglia si tratta e io che vengo dal settore giovanile ve lo posso assicurare".
Dalla famiglia nerazzurra a quella di sangue, che Stramaccioni tira in ballo quando in conferenza a un certo punto gli viene chiesto se il fatto di essere laureato in Giurisprudenza possa in qualche modo essere d'aiuto alla sua vita nel calcio: "Mia madre - sorride il tecnico - mi ha sempre detto che il liceo classico e l'Università ti aprono la mente, io questa cosa l'ho presa per buona... Un contributo credo che per ora me l'abbia dato, ma poi lo potrò dire con maggiore certezza quando un giorno, a fine carriera, smetterò di allenare".