IL 20 GIUGNO NEL NOME DELLE STELLE E DELLA GRANDE INTER

Il Club nerazzurro ricorda Armando Picchi, nato 83 anni fa in un giorno che sarebbe diventato speciale per un'altra leggenda della Grande Inter

MILANO - 20 giugno 1958 - 20 giugno 2018. 20 giugno, tenete a mente questa data. Sono trascorsi sessanta anni dal giorno della firma del primo contratto che ha legato indissolubilmente Mario Corso all'Inter: la sua casa, la sua famiglia, il suo destino.

In mezzo 502 presenze e 94 gol con la maglia nerazzurra, la panchina della Primavera, quella della prima squadra e una lunghissima militanza come dirigente e come osservatore nerazzurro.
Massimo Moratti lo ha più volte definito il suo calciatore preferito di tutti i 110 anni della storia del club e questo vale certamente come una laurea all'Università del Calcio. Corso è stato talento, genio e classe allo stato puro, ma tutto questo non era mai fine a se stesso bensì sempre al servizio della squadra.

È questo che lo ha reso un calciatore straordinario amatissimo dal pubblico nerazzurro e rispettato dalle tifoserie avversarie. Ha segnato quasi cento gol con la maglia dell'Inter ma quelli che ha fatto fare ai compagni in oltre 15 anni di carriera non si possono nemmeno contare.

Nei suoi anni nerazzurri durante i quali ha conquistato 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni (perdendone altrettante in finale) e 2 Coppe Intercontinentali sempre da protagonista, ha stretto amicizia con molti compagni, ma con uno in particolare ha avuto un legame che nemmeno la fine della vita terrena ha potuto spezzare: Armando Picchi, il suo capitano (deceduto nel 1971) che con lui aveva combattuto e vinto mille battaglie (qualcuna, a onor del vero, anche dolorosamente persa) e che proprio il 20 giugno era nato. La loro amicizia era scritta nelle stelle. 


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