I RICORDI DI TAL BANIN, PRIMO ISRAELIANO A GIOCARE IN SERIE A

Nel giorno di Hapoel Be'er Sheva-Inter, MondoFutbol.com ha intervistato il primo giocatore israeliano ad aver calcato i palcoscenici della Serie A. Con un esordio indimenticabile

BE'ER SHEVA - Inizia in Israele, il cammino europeo di Stefano Pioli. Il nuovo tecnico incrocia l'Hapoel Beer-Sheva, nella sua prima partita nerazzurra lontano da San Siro.
Un campo, il mitico 'Meazza', che ha vissuto in passato altri debutti legati proprio ad Israele.

Nella prima giornata del campionato 1997/98 tutta la gente dell'Inter attendeva con curiosità ed emozione di vedere all'opera il nuovo acquisto Ronaldo, un Fenomeno che in campo dimostrerà immediatamente di essere tale. I suo primi avversari avrebbero indossato la maglia blu con la V sul petto, quasi una maglia da supereroe per fermare un supereroe. C'era Inter-Brescia a San Siro, quel 31 agosto 1997. E con la casacca delle Rondinelle debuttava in Serie A l'israeliano Tal Banin, centrocampista prelevato dall'Hapoel Haifa.

Abbiamo sollecitato i ricordi di Tal, che oggi vive in Israele dopo una buona carriera europea e ottanta partite nella Nazionale più amata dai tifosi, quella degli Anni Novanta. "Era una emozione unica giocare in Italia - ci racconta -, e iniziare con San Siro... come posso dirti: ancora oggi ricordare quel giorno mi mette i brividi, ho vissuto una situazione che non puoi raccontare a parole, la sminuiresti. Quando ero piccolo, non c'era la possibilità di guardare le partite del vostro campionato direttamente in TV, ma un amico mi procurava le registrazioni VHS degli incontri. Le attendevo con ansia, e una volta osservate, la fantasia iniziava a viaggiare. Giocare un giorno in Italia... e poi, alcuni anni dopo, eccomi davvero qui, davanti a San Siro. Uno stadio che ti toglie il fiato per quanto è bello. E io ci avrei giocato dentro, dopo tutte quelle videocassette viste. Ero lì. E davanti avrei trovato l'Inter".

I ricordi di quel giorno?
"Indelebili. All'entrata in campo, prima della gara - ci dice ancora con un italiano praticamente perfetto - osservo da dentro il vostro stadio, e mi convinco che giocherò per davvero. L'emozione dura un po', poi al primo tackle con Diego Simeone entro davvero in partita. Una parola lui, una io, e inizia la sfida, dove noi andiamo in vantaggio con Dario Hubner. Poi saremmo stati raggiunti da due prodezze di Alvaro Recoba, che anche lui debuttava quel giorno: eravamo arrabbiati perché sconfitti ma fieri di una buona prestazione".

Quel giorno Ronaldo non segnò
"Ma fu impressionante. Vederlo da fuori è una magia, ma osservarlo dal campo è quasi un privilegio. La sua forza, lo scatto unito alla tecnica. Mai visto un giocatore così: anche per la sua presenza, oltre che per quel San Siro pieno, il mio debutto è stato davvero qualcosa di unico. Per questo motivo, la maglia di quel giorno è ancora oggi conservata in casa di mia madre. Mai lavata, quasi mai toccata. Deve rimanere con il profumo dell'erba di San Siro di quel giorno".

Con i compagni di quel giorno, conservi ancora contatti?
"Ho buoni rapporti con tutti. Sono tuttavia molto legato a due protagonisti di quella giornata. Con Lele Adani e Dario Hubner ci teniamo sempre in contatto. Lele è una persona speciale, e le sue qualità vanno ben oltre il calcio, anche se lì sin da quando giocavamo ho capito che aveva una marcia in più nella comprensione del gioco. Lele ha un'anima profonda, non è uno che si accontenta di vivere con superficialità, cerca sempre di capire: è davvero speciale. Dario è un tipo davvero unico, particolare. Sono stato anche suo compagno di camera, e lui mi parlava sempre dell'Inter di cui è grande tifoso. E' stata una grande soddisfazione certamente per lui segnare in quello stadio. Anche lui era al debutto".

L'Inter incontra l'Hapoel Be'er-Sheva, in Israele. Cosa deve temere?
"Dopo il cambio di allenatore credo sarà molto più concentrata. E questo è un aspetto determinante in uno stadio che ha 15mila tifosi che fanno sentire la loro presenza. Non un campo facile ma se l'Inter  manterrà la giusta mentalità per tutta la gara, anche se incontra una squadra che ha organizzazione e alcune buone individualità, secondo me potrà portare a casa i tre punti. Certamente sarà contento il mio amico Hubner..."

Carlo Pizzigoni


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