CALI - E' l'alba, ma siamo già in piedi, pronti per l'ultimo giorno di attività in Colombia: solo le Ande ci separano dall'allenamento delle 11:00. Con un pullmino poco aerodinamico percorriamo i ripidi tornanti che ci portano prima in quota, poi sul mare.
Buenaventura è una città caotica, il più importante porto colombiano sull'Oceano Pacifico. Qui arrivano enormi navi, soprattutto da Panama, dalla Cina e dal Giappone. Un'economia viva ma affossata dalla corruzione, che di fatto lascia in povertà la maggioranza dei cittadini. Le importazioni illegittime alimentano la violenza e la lotta fra bande, coinvolgono i ragazzi e tengono i padri lontani dalle famiglie per lunghi periodi.
Grazie al costante lavoro del professor Albert Candelo, i bambini di Inter Campus sono disciplinati ed entusiasti allo stesso tempo. Divisi in due gruppi secondo le fasce d'età, i più piccoli giocano tra di loro, sfidandosi tra amici ad ogni esercizio, ma soprattutto cercando di capitare in squadra con l'amico del cuore. I più grandi, invece, sul lungo campo di ghiaia, sembrano più consapevoli: giocano sereni in modo ordinato, sorridendo e senza fare rumore. Al termine dell'allenamento ognuno mangia la propria merenda: frutta, panini, ma anche spaghetti o tagliatelle!
Ripartendo attraversiamo il centro affiancando un grande muro dove si legge una scritta meravigliosa: "Todos somos Pacifico". Come un grido muto per affermare la propria natura legata all'oceano, ma anche per richiedere al mare che cessi la violenza.
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