IL DG FASSONE A "DEEJAY FOOTBALL CLUB"

"Mazzarri sta facendo un ottimo lavoro, non solo di gestione ma anche in pianificazione e preparazione di quello che sarà l'anno prossimo", ha dichiarato nella trasmissione radiofonica

MILANO - "Se prendiamo Torres? Non male come prima domanda (sorride, ndr). Sapete che alcuni nomi sono circolati, anche il presidente Thohir non ha fatto mistero che sono nomi che ci interessano, poi quale sarà alla fine quello giusto siamo ancora un po' lontani dal definirlo", ecco le prima parole del direttore generale di F.C. Internazionale Marco Fassone, intervenuto come ospite alla trasmissione di Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni, Deejay Football Club.

Come si gestisca il rapporto con due presidenti e alla domanda, scherzosa, se Massimo Moratti parli alla squadra solo al trenta per cento, il direttore generale risponde: "Sapete che Moratti ha un'influenza che va ben oltre il trenta per cento. Lui non è soltanto il presidente onorario, è un presidente che rappresenta l'Inter, gli interisti, la storia del club, quindi vale ben di più di un numero".

Fassone passa poi a descrivere il momento dell'Inter: "E' una fase, non so neanche se definirla di transizione, Da un punto di vista sportivo siamo al termine di un ciclo straordinario che ha portato l'Inter sul tetto del mondo. Da un punto di vista economico siamo in una fase delicata da cui stiamo cercando di uscire attraverso queste attività di rifinanziamento della Società che dovrebbero riportarci a essere sereni da un punto di vista economico nel giro di pochi mesi. Direi che ci troviamo tra la transizione e l'inizio, la riapertura di un ciclo nuovo". 

Si parla anche dell'attività, definita esagerata, sui social network di Mauro Icardi: "Con lui abbiamo sempre parlato, attraverso la figura dei miei colleghi preposti a parlare con i ragazzi di vent'anni, specialmente quelli dotati di questo grande talento calcistico come Mauro".

Sugli striscioni di contestazione che, nei mesi passati, sono stati indirizzati allo stesso direttore generale: "Purtroppo non sono riuscito ad appropriarmene, sono ancora lì che girano da qualche parte (sorride, ndr). Se ho dato delle isposte? Abbiamo avuto qualche colloquio e qualche chiacchierata con i tifosi, sono perfettamente consapevole che per un dirigente il passato in altri club può rappresentare qualche problema, ma mi sembra che i tifosi dell'Inter siano comunque di ottima qualità, di ottimo livello. So di dover lavorare il centocinquante per cento rispetto a un dirigente normale, ma poi parlano sempre i numeri e i risultati".

Presidenti italiani che comprano squadre all'estero e stranieri che arrivano in Italia. Anche questo si analizza con Marco Fassone: "Secondo me è proprio una fase, per fortuna alcuni club italiani rappresentano un momento particolarmente interessante per gli investitori stranieri. E' facile immaginare che il nostro calcio in generale ha avuto un livellamento verso il basso negli ultimi anni e quindi questo è un momento in cui se si viene in Italia si compra bene. Si può acquisire la proprietà di club anche molto importanti con investimenti interessanti e intelligenti. Questo spiega perché Roma e Inter in questo momento abbiano una proprietà prevalentemente straniera ed è possibile che nel prossimo futuro ce ne siano altri. Un processo che porta a due volecità diverse di gestione di una società di calcio, di tipo industriale e non? L'evoluzione, la spinta che stanno dando per esempio la Roma e l'Inter in questa direzione è molto accelerata, credo che le 'due velocità' si sentano in questo momento.

Insieme anche ai tempi di Napoli, Marco Fassone descrive Walter Mazzarri e il suo lavoro: "Lo conosco bene, lo vedo come allena e come gestisce lo spogliatoio. Si è trovato, come tanti altri allenatori, perchè non dimentichiamo che l'Inter negli ultimi tre anni ha avuto risultati altalenanti nonostante si siano alternati sulla nostra panchina credo cinque allenatori. L'allenatore ha responsabilità fino a un certo punto. Credo che il Mister stia facendo un ottimo lavoro, che non è soltanto un lavoro di gestione ma anche di pianificazione e di preparazione di quello che sarà l'anno prossimo. E poi la sua qualità, dal mio punto di vista, non può essere messa in discussione, guardando i risultati e la carriera che ha fatto. Il cambiamento di proprietà gli è rimasto un po' dentro e gli ha fatto dire qualche 'mannaggia'? Il cambio di gestione all'interno di una società è una delle cose, non solo per l'allenatore, ma in generale per tutto l'ambiente, più traumatiche. Per cui immaginatevi Mazzarri arriva, all'apice della sua carriera, in una grandissima squadra, dopo una scalata che lo ha portato progressivamente a migliorare sempre lo standing che aveva e si trova all'Inter proprio in un anno tra i più complicati e più difficili per la storia societaria e per la parte sportiva della nostra Società, quindi sicuramente qualche 'mannaggia' gli è scappato durante l'anno (sorride, ndr). Noi all'inizio dell'anno non abbiamo dato obiettivi, avevamo chiesto al mister di fare il possibile per ottenere con la rosa a disposizione il massimo che c'era valorizzare alcuni giocatori che l'anno scorso avevano avuto qualche problema, e mi pare che in questo sia riuscito, e poi di portarci il più in alto possibile. E' evidente che nell'ultimo mese, mese e mezzo il presidente in particolare ha posto come traguardo quello del ritorno in Europa perché sarebbe problematico stare dall'Europa due anni di fila per tutto il lavoro che stiamo facendo, anche sulla parte economica.

L'sms a Mazzarri, che molti hanno spacciato essere di Thohir e con su scritto "stai sereno" l'ha mandato lei? No, no assolutamente non l'ho mandato io...(ndr, sorride). Lui e il presidente si cambiano messaggi dopo la partita. Problemi con l'inglese? No, oltretutto Mazzarri ha sempre persone vicino a lui che, all'occorrenza, sanno tradurre tutto".

Si chiude parlando di Europa e di confronti tra Italie e altri paesi: "Guardando alle squadre nelle semifinali di Champions League, per fortuna è bello che nel calcio ancora oggi ci sia sempre un outsider, un underdog che riesce ad andare a giocarsela con gli strafavoriti. Questo dice che certamente la regola del denaro, del fatturato, nel 75% dei casi ti porta a occupare quelle posizioni, ma un underdog arriva. Essere underdog per noi, secondo il mio punto di vista, significa cambiare un po' la filosofia di base della gestione tradizionale che noi all'interno di tutto il nostro sistema calcistico italiano abbiamo fatto, quindi modernizzarci un po' ".


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