MASSIMO MORATTI E JAVIER ZANETTI A PALAZZO MONTECITORIO

Il Presidente Onorario ha partecipato al Convegno "Contro la violenza. Riportare il calcio a misura d'uomo" nel corso del quale il Capitano ha presentato il suo libro con Gianni Riotta

ROMA - Si è svolto stamane presso la "Sala della Regina" di Palazzo Montecitorio, il Convegno "Calcio e Violenza. Riportare il calcio a misura d'uomo" al quale hanno partecipato il Presidente Onorario di FC Internazionale, Massimo Moratti, e il capitano Javier Zanetti insieme al Questore della Camera, Stefano Dambruoso, al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Graziano Delrio, al Vice Capo vicario della Polizia di Stato Alessandro Marangoni, al deputato Commissione Cultura, Scienza, Istruzione Antonio Palmieri e al condirettore del Corriere dello Sport, Stefano Barigelli.
Dopo l'introduzione dell'Onorevole Dambruoso, la parola è passata via via a Marangoni, Palmieri, Barigelli, Delrio che hanno analizzato i problemi della violenza nel calcio dall'omicidio Raciti in poi e parlando anche del caso dei bambini allo Juventus Stadium, del comportamento degli ultras laziali a Varsavia, e dell'importanza di fare "sistema" tra squadre per trovare insieme e mettere in pratica delle misure per contrastare la violenza nel calcio.

Nel corso del Convegno, al Capitano nerazzurro è stato chiesto  che cosa voglia dire lavorare sempre, che si vinca o si perda una partita.
"Per me è un grande onore essere qui. Ringrazio tutti per questa possibilità. Per me la cultura del lavoro è tutto perchè i primi esempi da cui ho imparato sono stati quelli dei miei genitori. Mia madre che non c'è più e mio padre che faceva il muratore. Loro hanno fatto dei sacrifici enormi per non farci mai mancare niente. Vederli alzarsi alle 6 del mattino e tornare alle 6 mi ha fatto capire tante cose e credo che quell'educazione è servita per tutto il mio percorso, sia quello da calciatore, ma soprattutto quello nella ita di tutti i giorni. Sia che si perda o che si vinca la miglior medicina è sempre il lavoro. Credo che la problematica della violenza sia un problema culturale, ambientale, perchè l'educazione è il riflesso di un Paese. Credo che dobbiamo unire e non far avere vita facile alle persone che vogliono rovinare una cosa bella come il calcio".

Partendo da Inter-Barcellona, Zanetti parla poi di quanto sia importante la forza di un gruppo: "Abbiamo iniziato quel percorso consapevoli di potercela fare".

Il calcio al di là dello sport è un messaggio che per primo ha dato il Presidente Moratti: "Innanzitutto ringrazio davvero tutti per essere qui, ne siamo davvero orgogliosi. Credo che ogni società abbia l'imprinting della proprietà e se c'è una proprietà che segue questa squadra, e lo fa con passione, allora è automatico il fatto che nel momento in cui tu hai determinate idee, verifichi che certe idee riescano a passare. Per fare questo bisogna avere rispetto dei tifosi, ma anche coraggio. Per esempio nell'ambito del razzismo fare tutto quello che si può per combatterlo. Le altre cosa sono? Sono organizzazioni, come quella di Javier o Inter Campus perchè il calcio è davvero qualcosa che passa sotto gli occhi di tutti. E allora attraverso il calcio bisogna fare delle cose che permettano di arrivare a determinati risultati".

"Intorno al calcio ci sono troppi interessi, per questo penso, sbagliando o no, che i calciatori siano la parte migliore", spiega Zanetti, al quale fa eco il Presidente Moratti: "Lo dico in base all'esperienza che ho avuto e potrei nominare come esempio lo stesso Javier. Sono rimasto affezionato da un punto di vista umano a quelli che hanno vinto il Triplete, ma non solo perchè hanno vinto, ma perchè quei ragazzi avevano dentro qualcosa di speciale per arrivare a conquistare tutte quelle cose lì. Poi nel passato ce ne sono stati altri, potrei nominare Recoba ad esempio, ma ormai lo sanno tutti (ndr, sorride). Poi nell'Inter abbiamo avuto tanti campioni come Ronaldo o Ibrahimovic".

Si parla anche del futuro dell'Inter dopo il passaggio di proprietà. Il Capitano spiega: "Sono molto fiducioso come sempre, è un cammino molto lungo, dobbiamo migliorare. Ho tanta stima per il nostro allenatore e anche per il nostro gruppo che si sta formando". Anche Massimo Moratti si mostra ottimista: "Poi risolve tutto il campo, ma io ho abbastanza fiducia in questa squadra perchè può essere una squadra equilibrata. L'allenatore è una persona forte che ha un buon rapporto con la squadra che, fa finta di niente, ma credo che in un modo o nell'altro abbia subito questo passaggio. Devo dire che sono stati bravi perchè nessuno di loro e nemmeno l'allenatore mi ha fatto soffrire questa decisione. Questo cambiamento sarà legato al carattere di chi guiderà questa società, che io non posso sapere al cento per cento. So però che sarà un futuro positivo".

Nelle stanze di Montecitorio non si può fare a meno di pensare non solo all'Inter ma anche all'Italia:  proprio al Presidente Moratti viene chiesto di che cosa avrebbe bisogno la gente ultimamente. "La gente ha bisogno di sentire la fiducia di chi la comanda e vuole avere la fiducia nei confronti di chi decide. Questo è un matrimonio che può nascere dal tanto lavoro, dall'affrontare i problemi. Adesso c'è un'urgenza grave che rientra nell'ambito industriale, dei posti di lavoro, la gente si comporta bene perchè sta aspettando qualcosa. Serve che si faccia qualcosa per il domani. Credo che tutti insieme, anche avendo opinioni diverse, si possa arrivare a qualcosa di importante. Un esempio è proprio questo signore qui, Zanetti, con grandissima dignità ha sposato la bandiera di cui siamo tutti innamorati".


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