Massimo Moratti, come mai ha deciso di non rimanere alla presidenza e cosa comporterà essere presidente onorario?
"Finalmente posso rispondere (sorride, ndr). Trovo che sia giusto che chi ha il rischio dell'operazione sia anche presidente della società. Devo altrettanto dire che mister Thohir e i suoi soci hanno insistito con me e mio figlio affinché prendessimo la presidenza e di questo li ringrazio, ma ci sembrava che questa responsabilità che in realtà era fare qualche cosa con il rischio sulle spalle di qualcun altro non fosse giusta, oltre che una non nostra abitudine. Era giusto che questa carica di prestigio, attraverso cui si esprime l'autorità della società, fosse di chi entra. Mi è sembrato giusto così. La carica di presidente onorario per me e vicepresidente per mio figlio è comunque un qualcosa di importante per noi, staremo lo stesso vicini alla squadra e alla società, rispettando responsabilità e ruoli di chi è entrato".
Il presidente Erick Thohir inizia quindi il suo discorso.
"Grazie a tutti per essere qui oggi. Ho tanti grazie da dire oggi ma il primo, innanzitutto, a Dio: grazie a Dio questo sogno si è realizzato. Grazie ovviamente alla famiglia Moratti, a Massimo Moratti per la fiducia e per il supporto che ha sempre dimostrato nei miei confronti e per la continuità di supporto che mi darà ancora. Grazie ai miei due principali amici e partner Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, che da 20 anni lavorano con me. Il nostro impegno è sicuramente di lavorare sodo e duro tutti insieme per raggiungere il meglio. Grazie anche alle nostre famiglie, alla mia, a quella di Rosan, a quella di Handy, perché ci hanno sempre sostenuto e accompagnato durante questo periodo di avvicinamento all'Inter, hanno pregato per noi. Di sicuro la famiglia, mia moglie, mi ha aiutato quando in piena notte mi sono svegliato per mandare - e continuerò a farlo - sms a Moratti. Grazie anche ai tifosi di tutto il mondo che tramite i media hanno dimostrato vicinanza nei miei confronti, come ieri in aeroporto ma anche nelle mie precedenti presenze qui a Milano. Grazie a tutti i tifosi per il loro sostegno. Poi grazie anche a tutti gli advisor e i consulenti che hanno collaborato per rendere tutto questo possibile. Sarà importante per il nuovo management rendere l'Inter una squadra vincente, bella ed entusiasmante da vedere, un club in salute finanziariamente per competere a livello internazionale. Il mondo del calcio sta cambiando, il Fair Play Finanziario è un aspetto non certo secondario. Il nostro obiettivo è rendere questo club più forte. Il nuovo quadro direttivo, Angelomario nel ruolo di vicepresidente, io, Handy e Rosan promettiamo di lavorare duro e insieme, con Massimo Moratti, con il mister Mazzarri e con la squadra. In questi mesi sono state gettate delle basi importanti per l'Inter del futuro grazie a mister Mazzarri. Nei prossimi 2-3 anni sarà una grande sfida per noi rendere questa squadra ancor più competitiva. C'è fiducia in quello che fa Mazzarri, l'obiettivo è fare in modo che l'Inter sia sempre più vincente. Vorrei citare un pilastro dell'Inter, Giacinto Facchetti, che disse 'il segreto di ogni trionfo è la forza della propria convinzione'. La nostra convinzione è la nostra passione e spianerà la strada per il successo dell'Inter. E poi vorrei anche dire 'chi non salta rossonero è' (sorride e riceve gli applausi della platea Erick Thohir, ndr). Avremo un compito difficile, ma i nostri obiettivi saranno chiari e tutto sarà basato sul lavoro, per continuare a rendere l'Inter quella che Massimo Moratti e la sua famiglia hanno reso negli ultimi 18 anni, hanno fatto davvero un lavoro incredibile. Vogliamo continuare così, perché l'Inter sia più forte e competitiva".
Massimo Moratti, quanto è stato doloroso questo passo?
"E' un po' che lo sto facendo e mi sono abituato (sorride, ndr). Dal punto di vista affettivo, si capisce dalla mia emozione, non posso negare che non sia facile. Per abitudine, familiarità e affetto non è facile. Ma vince il pragmatismo. Sotto il profilo del futuro, della forza della società, del mantenimento delle ambizioni, come capita nell'industria, è giusto avere un socio e passare a un socio che abbia questa vivacità, nuova ambizione, porti qualcosa di nuovo. Quello che portano Thohir, Soetedjo e Roeslani è l'entusiasmo di paesi in crescita, che vedono questa cosa come un gioiello che porti anche economicamente e culturalmente qualcosa in più. Credo sia un grosso vantaggio per la società questo, l'ho capito. Le persone sono state assolutamente sempre all'altezza del loro ruolo nuovo e difficile, si sono presentati con correttezza e questo ci ha messo in condizione di lavorare meglio. Io e mio figlio comunque abbiamo dei ruoli nel club, potremo essere ancora utili all'Inter e a loro, che hanno fatto questo passo bellissimo e di successo".
Erick Thohir, quando nasce la vostra passione per l'Inter? Avete in mente un colpo di mercato per i tifosi?
"La serie A era estremamente famosa in Asia, in Indonesia, negli anni 80, quando io e i miei partner eravamo adolescenti. Come indonesiani il pubblico poteva scegliere la squadra da tifare, la nostra scelta è stata l'Inter. Per questo ho voluto ringraziare Dio per il fatto che questo sogno si sia concretizzato, questa passione che in me c'è da tanto tempo. Quando ho discusso con Moratti e i partner uno dei focus sono state le persone. In Asia ci sono 2,5 miliardi di persone, in Indonesia 250 milioni, più di un miliardo in India e altrettanti in Cina, tutta gente che deve essere coinvolta affinché la serie A torni a essere famosa come negli anni 80. Anche negli Usa ci sono 250 milioni di persone che iniziano ad apprezzare il soccer. Uno dei miei obiettivi da oggi è aumentare il numero dei tifosi nerazzurri, attirare nuovi tifosi in queste regioni, rendendoli parte della famiglia Inter. Dal punto di vista commerciale una mia dote è la passione. Handy e Rosan condividono con me questa passione nei loro settori, da parte nostra vogliamo portare la nostra passione, il nostro know how commerciale, unendoli alle competenze della famiglia Moratti nel calcio, per rendere l'Inter una società sostenibile".
Massimo Moratti, qualche giorno fa Javier Zanetti l'ha definita 'l'anima dell'Inter'. Lei ha rappresentato l'Inter anche a livello istituzionale, un ruolo più ampio. Ora che accadrà?
"Io la vivrò lo stesso l'Inter, da tifoso, esattamente come tutti gli altri tifosi. Ognuno si sente un po' anima, corpo e parte di questa società e di quello che succede. Non sono escluso da tutto quello che potrà essere la vita della società, come ha spiegato Erick cercheremo di lavorare assieme, mi sento coinvolto. Dal punto di vista emotivo mi sentirò però meno in dovere (sorride, ndr). Non mi sono mai sentito indispensabile ma cercherò di far di tutto per essere sempre a disposizione per l'Inter. Per quanto riguarda le partite, non penso che cambierà molto... ma magari sarò più libero nelle mie espressioni, nei confronti di ciò che avviene in campo e degli arbitri (sorride, ndr)".
Si possono avere dettagli sulla trattativa? Di quanto è stato l'aumento di capitale?
"Preferirei non rispondere, questo non è il momento".
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CONFERENZA STAMPA ERICK THOHIR & MASSIMO MORATTI 15/11/2013