MILANO - Undici anni fa l'Inter ha perso un dirigente, un amico, un tifoso, un uomo geniale. L'avvocato Giuseppe Prisco, per tutti Peppino, alpino e principe del foro, sapeva riassumere questi valori in nerazzurro.
Ci manca ancora, in un inverno freddo come quello del 2001, l'ultima intervista rilasciata a Inter Channel aveva toccato i punti fondamentali di una vita davvero eccezionale. Si era parlato di famiglia, di quella guerra vissuta da alpino e della Russia, dell'Inter, una passione intensa, vissuta con impegno a fianco del presidente Angelo Moratti, ma anche con il figlio Massimo, in realtà una forma di meravigliosa dedizione a quei due colori, il nero e l'azzurro.
Vicepresidente,
ironico, pungente, brillante, viene ricordato per le sue battute, dei fulmini
verbali che incenerivano gli avversari, ma forse la sua vera lezione è proprio
in quella dedizione che ha accompagnato la sua vita. Una parola, dedizione,
quasi dimenticata, mentre oggi come non mai dovrebbe essere d'attualità.