COLOGNO MONZESE (MI) - Continua il racconto di Antonio Cassano nella trasmissione "Undici", in onda su Mediaset Italia 2 (replica alle ore 00.50 su Italia Uno) e continua attraverso undici foto che raccontano momenti e incontri che hanno scandito la vita dell'attaccante barese.
La prima è quella che lo ritrae bambino, divisa e borsone dell'Inter "avevo dieci, undici anni", spiega Cassano, che continua: "In quel periodo facevo provini in tante squadre perchè così in quei giorni non andavo a scuola. All'Inter mi presero, ma io non volevo andare da nessuna parte perchè il mio unico obiettivo era saltare giorni di scuola".
Uno sfondo giallorosso, quello del colore delle maglie della Roma che Cassano e Francesco Totti indossano: "Siamo stati una grande coppia d'attacco, c'è poi stata qualche incomprensione tra di noi, ma ora è tutto passato. A 36 anni corre tanto, ma soprattutto ha il giusto piede".
Amore e odio, guerra e pace, i rapporti di Antonio sono stati anche questo, anche con Fabio Capello: "Lui ha fatto tanto per me, davvero tanto, e non ha meritato certi miei atteggiamenti. Ha fatto di tutto per tirare fuori il meglio da me e aveva una grande qualità: diceva le cose in faccia a tutti, un po' bastone, un po' carota. E' l'allenatore più grande che ho avuto".
Un abbraccio con Riccardo Garrone "in uno dei giorni più belli della mia vita". Lo descrive così Antonio, che aggiunge: "Tornando indietro non fare mai le cavolate con Capello, ma per non rifare quello che ho fatto a Garrone, pagherei di tasca mia. Mi voleva bene quasi quanto ne voleva ai suoi figli, adesso abbiamo recuperato un po' il rapporto, ce l'ho sempre nel cuore. Quello che conta è che lui stia bene perchè merita tutto il bene del mondo".
Un'immagine di Genova scopre un nostalgico Cassano: "Sarà la mia casa per l'eternità, quando smetterò di giocare a calcio ci tornerò, sono innamorato follemente di quella città, sto da dio. Non vedo l'ora di tornarci perchè lì sto benissimo. Rapporto con il mare? Non sopporto tanto la barca, ma non ho paura".
E poi ancora un'istantanea di Ivan Bogdanov, a capo degli ultrà serbi che nell'ottobre 2010 causarono la sospensione della partita tra Italia e Serbia allo stadio "Marassi": "Ognuno fa quello che li pare. Questi quel giorno hanno deciso di far sospendere la partita, io non giudico nessuno, lui deve sapere se ha fatto bene o no".
Marcello Lippi chiama alla memoria di Cassano la mancata convocazione ai Mondiali del 2010: "Nel 2006 fu onesto, mi disse che non mi avrebbe chiamato perchè a Madrid non giocavo da 6 mesi. Nel 2010 qualcuno ci ha messo il carico nei miei confronti e lui gli è andato dietro".
Una maglia della nazionale italiana, anzi due, quella di Antonio e quella di Cristopher Cassano in braccio al papà: "Se c'è ancora posto per me nell'Italia? Vorrei giocare un Mondiale, non l'ho mai fatto, io sono l'uomo degli Europei. Penso di potermela ancora giocare in Brasile, vediamo, altrimenti come ho detto nell'era Lippi, me ne andò in vacanza".
La foto dello scambio di anelli nuziali con Carolina, ecco che cosa è stato per Cassano il matrimonio: "La svolta della mia vita, incontrare mia moglie mi ha cambiato in tutto e per tutto, quando trovi una persona capace di farti stare tranquilla sei in pace con te stesso. Poi, mi ha dato la cosa più bella del mondo, mio figlio. Il prossimo? Mi auguro lo stesso che sia maschio come il primo. Sul nome ancora nessuna decisione".
Ed ecco anche la tenera immagine di Cristopher Cassano: "E' la copia del padre, in bello. E' la cosa più bella del mondo, non posso dire niente che spieghi meglio che cosa sia per me".
Un "non mollare" scritto su uno striscione sui muri dell'ospedale per ricordare un momento difficile della vita e della carriera di Antonio Cassano, quello dell'operazione al cuore: "Un periodo bruttissimo. Ho ringraziato i tifosi per quello che hanno fatto quando ero in un momento di difficoltà. Ringrazio loro ma non altre persone, è finita per colpa di qualcuno che le chiacchiere se le porta via il vento...".
Finite le foto, la trasmissione si avvia alla conclusione, ma non prima di un ultimo pensiero dell'attaccante nerazzurro: "Sono felice e nella mia vita non rimpiango nulla. A me importava fare bene e adesso mi sento bene. Sono felice all'Inter, ma non ho problemi a ripetere che la Sampdoria è stata l'esperienza più bella della mia vita, mi resterà sempre nel cuore. Sono stato benissimo, nella vita non si sa mai, ma mi piacerebbe tornarci".