SPECIALE CALCIOLMERCATO: LE PAROLE DI STRAMACCIONI

L'allenatore nerazzurro in collegamento da Pinzolo: "Tattica, scelte, giocatori, vi spiego tutto..."

PINZOLO - Direttamente dallo stadio "Pineta" di Pinzolo, Andrea Stramaccioni è in collegamento con "Speciale Calciomercato".

E' quello relativo a Coutinho il primo argomento di cui si parla in studio con Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio. "Philippe rappresenta uno dei giocatori di maggior talento di questa nuova Inter - spiega l'allenatore nerazzurro -. Alle volte ci scordiamo che è un ragazzo del '92, credo che l'esperienza in Spagna lo abbia maturato ed è diventato un giocatore importante per noi'.

E' del pomeriggio di oggi la notizia che l'Inter e Andrea Poli non abbiano trovato l'accordo per continuare il legame. Che cosa ha allora Paulinho più di Poli? "Entrambi non sono due giocatori in questo momento dell'Inter - continua Stramaccioni -. Stiamo parlando di due centrocampisti giovani, uno lo conosco bene, la mia stima per Andrea non è una novità. Poi, è normale che ci siano delle dinamiche di mercato che non dipendono né da Poli né dall'allenatore. E' stata una trattativa che non è andata come le due società speravano, ma è abbastanza normale in sede di calciomercato".

Si parla poi di Giampaolo Pazzini, un profilo troppo elevato per essere considerato un vice-Milito, ma non inserito nei nuovi schemi di gioco nerazzurri: "Credo che lui sia innanzitutto un attaccante di grande valore, la scelta cui accennava ieri il presidente Moratti parte da una considerazione tecnico-tattica e in questo non ho problemi ad ammettere che la mia prima scelta in attacco è Diego Milito. Sulla base di questa scelta, l'inter ha il diritto di fare le sue valutazioni sul mercato. Come ho già detto l'Inter viene prima di tutto. Senza dubbio la valutazione parte prima di tutti da me, questo senza dubbio".

Un salto dalla panchina della Primavera a quella della prima squadra per Andrea Stramaccioni, che spiega: 'Non ho mai avuto paura. Cerco innanzitutto di ripagare la fiducia dei nostri straordinari tifosi e del presidente Moratti. Paura è una parola che non mi piace abbinata allo sport. Io non posso, ma non credo ci sia né un segreto né una formula, la mia piccola sicurezza è essere me stesso. In campo metto quel che so fare e che credo sia poi stato quello che ha indotto il presidente a fare questa scelta. Nessun segreto se non quello di essere se stessi e dire quello che si pensa. Io ho un passato inesistente come presenze in serie A, e questo è sicuramente un mio rammarico, ero andato via di casa per fare il calciatore. Ora, con il senno di poi, non posso negare di essere stato triste di lasciare la Roma, ma io ho visto l'Inter e la prima squadra 'da sotto' quindi ho potuto conoscere persone e ambiente senza che nessuno potesse immaginare che sarei un giorno arrivato in prima squadra'.

Da Herrera a Trapattoni, passando per Josè Mourinho, su quale aspetto di una gestione dalla panchina si concentri di più Stramaccioni è lo stesso allenatore a spiegarlo: "Sicuramente il lavoro è un denominatore comune, quindi cercare di non lasciare niente al caso. Poi, io mi ritengo un discreto osservatore nel cercare di mettere i miei calciatori nelle migliori condizioni di esprimersi e questa deve essere anche un'intelligenza dell'allenatore: cercare di mettere i giocatori a proprio agio in campo. Il 4-2-3-1 praticabile solo se dietro Milito c'è un giocatore alla Zanetti o alla Obi? Il mio sogno è avere tre giocatori offensivi, poi è ovvio che una squadra deve poterselo permettere e deve essere in grado di trovare i suoi equilibri. A me non piace tantissimo parlare di numeri perchè credo che l cosa fondamentale sia l'idea e come la squadra la propone in campo, l'importante che abbia un'identità. Lucas? Non c'è nessuno che si chiama così nella nostra rosa".

Sul rapporto di Stramaccioni con la televisione e le telecamere: "Io ho una mia visione delle cose, sono maniacale nella gestione della squadra, ma lo sport è anche un sorriso, una gioia, una battuta quando è il momento, altrimenti diventa troppo pesante. Forse è perchè sono nuovo, ma in altri modi diventa troppo pesante. Il lavoro è lavoro, ma non associo il sorriso al momento felice e il muso alla sconfitta. Dico solo che nel momento giusto che può essere durante un allenamento o in un altro momento qualsiasi un sorriso ci può stare".

In chiusura, raffica finale sul calciomercato nerazzurro, risponde Andrea Stramaccioni. "Fiducioso sull'arrivo di Lucas? No, poco. Paulinho? Onestamente non so neanche se sia davvero un nostro vero obiettivo. Mudingayi? E' un giocatore interessante, si sta valutando la sua posizione e questo ha rallentato il nostro interesse iniziale. Cissokho al posto di Maicon? Mi sembra che uno sia destro, l'altro mancino, non li vedo direttamente collegati. Meglio Debuchy? Si, forse si. Se Sneijder rimane? Per me è si, so che rimane e non ho avuto notizie di nessun tipo diverse. Moratti ha definito un rischio l'interesse dei russi su Sneijder? Mi sembra che dopo i casi Ibrahimovic e Thiago Silva sia un discorso che vale un pochino per tutti: tranne Cordoba e Zanetti sono tutti cedibili (ndr, sorride). Ranocchia? Con me ha giocato, è un difensore sul quale io punto e ho chiesto esplicitamente che rimanga all'Inter".


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