APPIANO GENTILE - E' la vigilia di Udinese-Inter, ma non solo di questo si parla nel corso della conferenza stampa di Andrea Stramaccioni. Tra i temi affrontati anche 'i giovani', il loro utilizzo nella squadra dei grandi - che magari con il nuovo tecnico c'era chi avrebbe ipotizzato sarebbe avvenuto in maniera massiccia -, ma anche la possibilità che in un futuro pure in Italia esistano le cosiddette squadre B.
"Su questa tipologia di tematica risposi già da allenatore della Primavera, quando dissi che l'Inter, il campionato italiano, avevano dei giovani interessanti - spiega Stramaccioni -, ma che per come è strutturata la nostra nazione calcistica non necessariamente i migliori ragazzi del campionato Primavera riescono ad affermarsi in A, cosa che invece avviene in altri campionati. La distanza tra una Primavera top e una squadra di Serie A, e non dico neanche una squadra top, è geneticamente importante. I giocatori che riescono ad affermarsi immediatamente secondo me sono delle eccezioni che confermano la regola, come Balotelli, per dire un qualcosa che è successo qui nell'Inter. L'Inter, secondo me, ha tanti giovani interessanti in prima squadra: ho sentito parlare tutta la settimana di Destro, giustamente, ma Obi per esempio ha la stessa età, era suo compagno in Primavera, ha fatto una grande partita e se ne è parlato poco. Si è parlato quasi più della sostituzione. Ma Obi è un classe '91 come Destro. Credo che sia più difficile che il campionato Primavera italiano, che ora, tra l'altro, tende pure a un ringiovanimento, possa presentare un prototipo di calciatori già pronti alla serie A. Ma non lo dice Stramaccioni, lo dice la storia.
"L'Inter - prosegue il tecnico nerazzurro - ha dei giovani interessantissimi che sono lì pronti e sui quali c'è un progetto di esplosione. Per quanto mi riguarda, dal presidente mi è stato chiesto di fare bene con questa squadra, di vincere, di cercare di arrivare in Europa: in questo, secondo me, un allenatore deve guardare la carta d'identità solo nel momento in cui il valore del calciatore è identico, altrimenti io devo fare le mie scelte. Se in un ruolo preferisco un giocatore che ha 28, 30 o 22 anni, per il bene dell'Inter devo mettere in campo lui. Se poi facciamo la media dei giocatori che sono andati in campo e viene 30, piuttosto che 29 o 31, non è un problema: è una considerazione a posteriori, non da fare a priori. Questa opinione l'avevo da allenatore della Primavera e ce l'ho ancora. Non credo che esista nessun allenatore che abbia un giocatore giovane, importante, che fa la differenza, e gli preferisce quello più grande. In questo momento deve andare in campo l'Inter migliore e le scelte le faccio in base a questo".
Al tecnico nerazzurro viene quindi chiesto un commento sulla possibilità di istituire un campionato con le squadre B: "Questa è una tematica interessante di cui si sta dibattendo molto in Italia, anche a Coverciano, nel settore tecnico, da Sacchi ad Albertini. E' una tematica d'attualità. Io sono la persona meno indicata a parlarne, sono l'ultimo arrivato, ma io sono favorevole a una categoria intermedia tra first division e squadra giovanile. E' meglio per i giovani. Noi abbiamo fatto la Next Generation, la categoria era Under 19, ma tutti avevano una squadra in mezzo - Under 23 - tra la prima squadra e quella con cui giocavamo noi. Noi giocavamo contro squadre che sceglievano giocatori da questa squadra intermedia".