APPIANO GENTILE - Contro il Cagliari Andrea Stramaccioni manderà in campo "l'Inter migliore, la sua Inter migliore": le assenze, importanti, non lo spaventano di certo (squalificati Julio Cesar, Lucio; ancora out Maicon e Sneijder), il tecnico è pronto per questa seconda sfida sulla panchina dell'Inter, dopo la soddisfazione di "aver dato l'idea, contro il Genoa, di un'Inter propositiva. Era importante, in dieci contro undici siamo andati a cercare il 4^ gol, i ragazzi hanno dato una risposta forte, su questi segnali si lavora tanto. Sono stra-convinto che domani andrà in campo l'Inter migliore, 4 grandi giocatori mancano ma la rosa dell'Inter è fatta anche per sopperire a questo. Si può fare bene, anche se serve tempo nell'apprendimento, nel provare, pure nello sbagliare: ma ho trovato una squadra predisposta nel giocare, nel fare la gara. La nostra è una squadra che ha qualità, anche se comunque dobbiamo ancora lavorare su tante cose".
Di qualità, però, è anche il Cagliari, che "in questo momento è una squadra molto organizzata, che riesce a essere solida e mantenere pericolosità e imprevedibilità davanti, sono sereni nell'affrontare le gare. Ma lo saremo anche noi", sottolinea il tecnico, al quale - ripercorrendo mentalmente gli ultime mesi prima del suo arrivo - viene spontaneo difendere in questo modo i suoi ragazzi: "Spesso dei singoli sono stati coinvolti in momenti negativi e a volte voi giornalisti siete stati duri con loro così tanto anche perché loro sono stati così grandi. A volte la critica di ritorno è stata così dura perché avevano vinto tutto e scritto la storia. Ma loro stanno bene, di testa e di fisico".
Domani Cagliari-Inter non si giocherà al "Sant'Elia" ma al "Nereo Rocco" di Trieste, uno spostamento a proposito del quale viene poi chiesto un commento a Stramaccioni: "Giocare a Cagliari non è facile per nessuno perché è sempre stato un campo difficile, ma se il presidente Cellino ha deciso di giocare a Trieste avrà avuto i suoi buoni motivi e per noi va bene".
Dopo un breve accenno all'eventuale impostazione di gioco che si vedrà in campo ("Ricordo che l'interpretazione dei calciatori vale più dei numeri..."), al tecnico nerazzurro viene chiesto come vivrebbe la possibilità di dover magari allenare un giocatore come Mario Balotelli: "Lui rappresenta un patrimonio del City e del calcio italiano, ad oggi non è un mio calciatore, non ha senso nessun tipo di mio commento, sono concentrato solo sui miei ragazzi".