APPIANO GENTILE - Con il compito di raccogliere un grande passato, di ripartire, di risalire, di tornare noi. Andrea Stramaccioni guarda al futuro, quello più immediato che vuole un'Inter di nuovo vincente. "Sentire che il mio nome era stato accostato alla panchina dell'Inter mi lusingava - confessa l'allenatore durante la conferenza stampa al centro sportivo. "Angelo Moratti"-. Sarei ipocrita se dicessi che subentrare non è diverso rispetto a prendere in mano una squadra dall'inizio, ma quello che il presidente Moratti mi ha chiesto è di portare all'Inter è quello che mi ha ha visto fare con la Primavera. Entusiasmo, voglia di lottare per questa maglia, di riportare i valori nerazzurri alla considerazione che meritano. E la passione del presidente Moratti non ha fatto che aumentare la mia".
Definirlo predestinato, "è impegnativo, fortunato va già bene", dice sorridendo Stramaccioni, che poi continua spiegando: "Credo che un allenatore giovane debba rubare con l'occhio tutto ciò che trova interessante. A Roma la persona che mi ha trasmesso di più è stato Luciano Spalletti e il suo staff, persone che mi hanno trattato con affetto e mi hanno supportato. La Roma dei record di Spalletti mi ha sicuramente ispirato..e poi entrambi abbiamo preso 7 gol da squadre inglesi (ndr: sorride facendo riferimento a Tottenham-Inter 7-1, esordio stagionale dell'allenatore in Primavera nella gara inaugurale della Next Generation Series). Lui un po' mi fa i complimenti e un po' mi tira le orecchie. Una dote che mi riconosco è quella di essere rimasto sempre me stesso, quello che allenava la Primavera dell'Inter o gli Allievi della Roma. Futuro? Credo che il segreto sia pensare partita dopo partita. In questo momento non mi sembra il caso di fare proclami, mi sembra invece il caso di pensare a Inter-Genoa".
E tra le tante sorprese della giornata c'è anche l'irruzione dell'ex nerazzurro Mario Balotelli nella sala stampa de La Pinetina per un saluto ai dirigenti dell'Inter. "Una carrambata" la definisce Stramaccioni che poi torna serio per parlare del prossimo impegno in campionato dei nerazzurri: "Come ha detto il mio presidente in tre parole bisogna tornare a vincere".
Nessun paragone con chi lo ha preceduto sulla panchina dell'Inter, neanche con Josè Mourinho: "Mi sento lontano anni luce da lui perchè io sono l'ultimo arrivato e, nella mia umiltà, andrò in campo a insegnare solo quello che so io. Lui rimarrà sempre un mito, ma non mi viene in mente un collegamento con quello che ha fatto lui qui quando penso a quello che farò io".
Infine, a chi gli chiede quale tra tutti i messaggi di complimenti ricevuti da ieri sera gli abbia fatto più piacere, Stramaccioni ha pochi dubbi: "E' stato quello di Bruno Conti, una persona che mi ha dato tantissimo. Lui mi ha tirato su dai dilettanti e quel messaggio mi ha fatto pensare a tutto quello che ho vissuto in questi anni".