APPIANO GENTILE - Alla vigilia di Chievo Verona - Inter, "A tu per tu" ospita Cristian Chivu.
Dopo quel 6 gennaio 2010, Chivu ritorna per la prima volta al "Bentegodi", ricordando una data che rimane indelebile nella tua vita di calciatore e di uomo (ndr. infortunio e successiva operazione al cranio in seguito allo scontro con Sergio Pellissier).
"E' vero, è la prima volta che torno in quello stadio dopo, ma non provo nessuna sensazione. E' una trasferta come tutte le altre, ormai sono passati due anni, ma non penso a tutto quello che è accaduto. E' un episodio che provo a dimenticare perchè solo così puoi andare avanti. Se ci pensi, può essere una trasferta molto particolare per me, ma non lo è perchè non ci ho mai pensato, perchè non ci penso e perchè sono sicuro che non ci penserò mai più. Se ci dovessi pensare, sarebbe impossibile per me fare una trasferta del genere allora avrei dovuto alzare la mano per dire: "No, scusi io a Verona non vengo", ma non è cosi".
Però Verona è una città che diciamo ti ha adottato, in ospedale, tutti i medici hanno raccolto quel tuo brutto momento con grande affetto.
"Devo ringraziarli di nuovo e lo farò sempre ogni volta che si parlerà di questa storia, quando mi verrà chiesto con che sensazioni torno a Verona. Devo solo ringraziare i medici che sono stati bravissimi, puntuali e hanno dimostrato ancora una volta la loro professionalità, in una situazione che non credo fosse così facile da gestire, anche dal punto di vista della pressione dei media. Ho avuto la possibilità, nella gara di andata con il Chievo giocata a San Siro, di invitare una parte dello staff medico che si era preso cura di me in quella mia settimana di ricovero. Non posso poi dimenticare che anche il Sindaco di Verona mi ha fatto visita il secondo giorno dopo l'intervento. Mi hanno dimostrato calore, umanità e che era una cosa importante per loro, come città e come policlinico. Ci hanno tenuto a far un grande lavoro nei migliori modi possibili, per questo li ringrazio sempre".
Quindi l'unica cosa che ti fa ricordare quello che hai passato è un caschetto che sei costretto a indossare ogni volta prima si scendere in campo...
"Vista la situazione credo si possa dire che l'unico ricordo che ho di quel giorno è che abbiamo vinto 1-0".
Appunto, Chivu quella partita non l'ha mai completata, quindi si può riprendere da qui.
"Dovrei completarla vincendola, per me si riparte da là vista la situazione dalla quale dobbiamo tirarci fuori. Occorre ripetere quel risultato di due anni fa, ripartiamo da questo".
La partita con il Catania è stato un primo passo?
"Sono dei piccoli passi, ma bisogna aggrapparci a questi perchè questa è la realtà, purtroppo questa. Io reputo la nostra una grande squadra, vittima però di un calo mentale dal quale non riesca a uscire fuori perchè non è facile gestire un mese, come quello di febbraio, nel quale non hai vinto e non hai fatto nemmeno un gol, tranne che nell'ultima partita dove abbiamo tirato fuori l'orgoglio, senza fare un gran gioco. E' questo è il punto di ripartenza per questa squadra, per ritrovare la propria identità, magari con un po' meno pressione di aver segnato o meno. Fare un punto è sempre un punto di ripartenza e dobbiamo prenderlo così, dobbiamo avere l'intelligenza di comprendere il nostro momento e i nostri limiti, tirando fuori l'orgoglio, aggrappandosi al momenti favorevoli di una partita e soffrire il meno possibile o soffrire con dignità".
Com sta adesso Cristian Chivu?
"Bene, mi alleno regolarmente da una settimana, non sono stato convocato con il Catania perchè avevo fatto solo due allenamenti durante la settimana. Almeno, penso sia questo il motivo (ndr:sorride). I problemi che ho avuto a Napoli sono passati, non in tutto, ma sono in grado di giocare".
Vedendo il turno di Champions League, abbiamo visto diversi modi di arrivare ai quarti di finale, vedi Barcellona e Apoel. Nel calcio quello che conta è superarlo l'ostacolo...
"E' un'altra competizione, le motivazioni sono diverse e tutto cambia. Abbiamo da ribaltare un risultato che secondo me può essere ribaltato. Si tratta di un 1-0 e credo che la nostra squadra sia in grado di farlo perchè anche l'anno scorso - pur avendo delle difficoltà in campionato - nella fase a gironi di Champions League abbiamo fatto degli ottimi risultati, ad esempio quelli conquistati a Mosca e a Lille".
Quella contro l'Olympique Marsiglia è una di quelle partite che un giocatore ama giocare per la sfida che propone da dentro o fuori?
"Ma è solo 1-0, non è che dobbiamo fare una grandissima impresa come dovevano fare l'Arsenal o il Bayer Leverkusen e questa squadra la può fare. Poi, non dimentichiamoci che quest'anno abbiamo solo un obiettivo praticamente raggiungibile o possibile da raggiungere ed è la Champions perchè in campionato siamo lontani dai primi posti, siamo stati eliminati dalla Coppa Italia. E' un anno così quindi per toglierci qualche soddisfazione ci è rimasta solo la Champions. Noi ci impegniamo e lavoriamo solo per questo".