La cosa più bella è, a migliaia di chilometri da casa, sentirsi chiamare per nome da bambini sorridenti e capire di essere a casa anche qui, a Nagalama, nel distretto di Mukono a nord-est della capitale Kampala. I bambini nella scuola sono quasi novecento, in classi da cinquanta o sessanta per volta, ma quello che a noi italiani può sembrare un aspetto poco efficiente della scolarità, in realtà rappresenta un successo educativo perché la presenza di Inter Campus ha catalizzato nella scuola primaria statale St Joseph tantissimi bambini e bambine che, spesso, i genitori preferirebbero trattenere per il lavoro nei campi o in casa. Trecento maschietti e cento bambine dagli 8 ai 13 anni svolgono attività sportiva educativa in modo continuato con ventisei allenatori, mentre i numerosissimi U8 ed over 13, in accordo coi programmi scolastici ed agli orari speciali per la loro età, partecipano solo alle attività più ludiche, restando quindi collegati al lavoro dei nostri educatori. Questa volta ai bravissimi Silvio e Davide si è aggiunta anche una fotografa speciale, Valentina, che è l'autrice delle immagini che corredano questo articolo.
Un momento particolare ha riunito bambini, famiglie e insegnanti: grazie ad MPfiltri, azienda leader nel suo settore e che ha sposato in pieno il nostro progetto di CSR, ben cinque anni di prossima attività Inter Campus Uganda saranno finanziati. Abbiamo perciò rinnovato con la Preside, Signora Josephine Nabuyungo supportata dal CUAMM-Medici con l'Africa, un accordo di pari durata. Inno nazionale, inno della scuola, inni religiosi (la vocazione al canto degli ugandesi non si smentisce mai) e poi i discorsi e la firma, la consegna del materiale sportivo portato dall'Italia (protagonisti assoluti dell'entusiastica accoglienza i palloni, naturalmente) ed ecco che cominciano le attività: corso di teoria al mattino in classe e poi in pratica sul campo coi bambini, poi valutazione finale degli allenatori e in contemporanea richiesta per loro di compilare un questionario di valutazione sul nostro lavoro, perché vogliamo corrispondere alle loro esigenze e suggestioni nel modo migliore.
Alla fine come sempre partiamo confortati dalle preghiere dei bambini per un "safe journey' a cui segue sempre un 'when are you coming back?', "presto, presto!" Come sempre manteniamo la nostra promessa perché qui abbiamo un bel progetto, ma abbiamo anche un pezzo del nostro cuore.
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