APPIANO GENTILE - Su Inter Channel torna Memorabilia con una puntata dedicata a Daniele Adani, che oggi vive il calcio in un modo diverso rispetto a quando calcava i campi da calcio: "È una cosa che faccio con passione, credo di farlo cercando di portare il campo alla gente. Cercare di stare attenti al modo di comunicare ha un senso, per provare a far capire il calcio alla gente a casa, perché si appassionino ai protagonisti".
"Non ero un giocatore con colpi eccezionali, avevo altre qualità e di certo c'erano l'intelligenza tattica e la gestione in campo. Mi sono trovato bene in tutte le squadre, cercando nei rapporti qualcosa di profondo con gli allenatori e con i compagni, cercando di capire il calcio, capire cosa queste persone volevano trasmettere".
Adani da calciatore viaggia molto prima di arrivare all'Inter: "Sono partito dal settore giovanile del Modena, poi via via Brescia, Lazio, Fiorentina. Dopo l'Inter ho concluso ad Empoli ed è stata comunque un'esperienza importante".
"Il calcio è cambiato ancora rispetto a 10-15 anni fa, ma un giocatore con intuito e posizione che riesca a gestire tutti i palloni vaganti e sporchi ha possibilità anche con una lettura anticipata di sopperire ad alcuni difetti. Io giocavo dietro perché mi muovevo prima degli altri riuscendo a sopperire ad alcune mancanze atletiche".
Tra i gol che i tifosi dell'Inter portano nel cuore c'è il 2-2 in semifinale di Coppa Italia contro la Juventus: "Fu un gol emozionante, sentivo che era il momento di andare in avanti. Avevo anche una maglietta dedicata ad un ragazzo, una storia guidata dall'alto credo".
"Una persona importantissima in quegli anni è stato Toldo, un ragazzo che è come un fratello ed era un pilastro di quella squadra. C'erano anche tante figure apparentemente secondarie che hanno poi trascinato l'Inter negli anni a venire. Sentivamo il peso della maglia, avevamo negli occhi e nel cuore la responsabilità e la gente lo percepiva".
"Lo spettacolo poi lo danno gli attaccanti, che esaltano le folle. C'erano Vieri, Recoba, Adriano, Cruz che era efficacissimo. L'Inter ha sempre avuto tanta qualità e una rosa lunga, estesa, era solo questione di tempo per arrivare a raccogliere. Adriano a volte dava l'impressione di essere onnipotente. Aveva potenza, velocità e coordinazione, colpo di testa, calcio, poteva giocare da solo o con un'altra punta".
Il Sudamerica è sempre stato importante per Adani: "La mia passione nasce con la condivisione di tanti valori con dei compagni che avevo all'Inter, soprattutto argentini o in generale sudamericani, come anche Cordoba e Recoba. Con loro mi sono sempre trovato bene nel condividere ricordi ed emozioni. Finita la carriera mi è venuto naturale andare a trovare Almeyda in Argentina e iniziare ad informarmi anche sulle competizioni".