EDER: "QUANDO HA CHIAMATO L'INTER NON HO AVUTO DUBBI"

Prime ore da nerazzurro per l'attaccante e prima conferenza ad Appiano: "È una grossa responsabilità e una bella sfida, ringrazio il presidente Erick Thohir e tutti i dirigenti"

APPIANO GENTILE - Al termine del primo allenamento da nerazzurro al centro sportivo "Angelo Moratti", Eder ha incontrato i giornalisti nella conferenza stampa di presentazione: "Arrivare all'Inter a 29 anni significa tanto sacrificio negli anni precedenti e un'opportunità enorme dopo 11 anni che sono in Italia. Conosco la storia dell'Inter, ho vissuto gli anni in cui ha vinto tanto".

"È una grossa responsabilità e una bella sfida, ringrazio il presidente Erick Thohir, tutti i dirigenti e chi mi ha dato questa possibilità".

"Ho sentito il mister Mancini e quando ho saputo dell'interesse dell'Inter non ho avuto dubbi. È stata una mia decisione rimanere in Italia".

Eder, che porta in dote i 12 gol già segnati nella prima parte del campionato, si dice pronto anche a sacrificarsi per la squadra: "I gol sono importanti, ma anche il sacrificio per la squadra. Alcuni attaccanti si sacrificano e segnano meno ma danno il contributo per arrivare alla vittoria. Per un attaccante il gol è importante, ho visto tante partite dell'Inter e ci sono stati alcuni episodi sfortunati o in cui il portiere è stato bravo".

L'attaccante della nazionale arriva all'Inter dopo aver vestito in Italia le maglie di Empoli, Frosinone, Brescia, Cesena e Sampdoria: "A 22 o 23 anni avevo segnato tanto in Serie B e poi sono andato in prestito, quando ho avuto la possibilità con la Sampdoria a 24 anni mi sono detto che dovevo cambiare la mentalità. Quando uno inizia a lavorare seriamente arrivano tante cose positive".

Al centro delle voci di mercato già ad agosto, Eder arriva all'Inter a due giorni dal derby di Milano: "Negli ultimi giorni mi sono sempre allenato, sto bene fisicamente e anche se mancano due giorni al derby sono a disposizione, poi decide il mister. Ci sono tanti attaccanti che stanno facendo bene e la forza di una grande squadra è avere tutti i giocatori pronti e competitivi. L'importante è vincere il derby, non importa chi segna".

Una curiosità sulla scelta del numero di maglia: "Ho sempre avuto il 7 o il 17, poi andando alla Sampdoria visto un cartello che segnava 23 chilometri a Genova e ho preso quello, in questi anni mi ha portato bene".

Infine, le impressioni dopo le prime ore in nerazzurro: "Mi sono trovato subito bene, conoscevo già qualche compagno, i brasiliani e Berni, mi sono trovato benissimo".


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