MILANO - Giornata speciale nella sede de La Gazzetta dello Sport, dove Francesco Totti ha ricevuto il premio Facchetti - Il bello del calcio, giunto alla sua nona edizione. "Per il premio Facchetti-Il bello del calcio è stato scelto Francesco Totti perché conserva la purezza e la passione per il calcio dei più piccoli... Vederlo correre col n.10 sulle spalle ci fa capire come l'incanto del pallone non finirà mai": con questa motivazione Gianfelice Facchetti ha accolto sul palcoscenico il capitano della Roma, accompagnato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, per conferirgli il Premio ispirato a suo padre, indimenticato numero 3 dell'Inter e campione del calcio italiano. Presente all'evento anche il dg Marco Fassone, che ha risposto ad alcune domande a partire dall'approdo di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra. Ecco le sue parole:
È arrivato Roberto Mancini ed è tornato subito l'entusiasmo nell'ambiente nerazzurro.
"È una cosa che in parte ci aspettavamo, probabilmente non in queste proporzioni. Ci ha fatto molto piacere vedere l'ondata di affetto nei suoi confronti. Forse ce ne mancava un po' nell'ultimo periodo. L'entusiasmo, l'ambiente positivo e i sorrisi difettavano un po' in casa Inter. Certamente questa è stata una delle ragioni che ci ha spinto a scegliere Roberto".
Forse è stato anche il motivo dell'esonero di Mazzarri, che è un professionista serio ma ultimamente non era molto accettato dall'ambiente.
"È stata una delle ragioni. Quando si prendono scelte così dolorose nei confronti di un professionista serio e capace come Mazzarri, si valuta tutto. Abbiamo valutato tutte quelle concomitanze che impediscono all'allenatore e alla società di lavorare al cento per cento. E noi abbiamo bisogno di essere al cento per cento per conseguire nei tempi più rapidi possibili i risultati che il presidente si aspetta".
Mancini ne ha viste tante, ma debuttare nel derby è un esordio di una certa difficoltà.
"Il fatto che nelle prossime tre partite, due di campionato e una di Europa League, ci aspettino Milan e Roma è stata una delle ragioni importanti. Non credo che Mancini possa temere questa tipologia di sfide, anzi mi pare che si esalti di fronte a questi impegni. Speriamo che sia un'ulteriore molla per ripartire con il dovuto slancio".
Nel calcio ogni allenatore tende a modellare la squadra secondo le proprie esigenze e a indicare nuovi giocatori. Secondo lei, la squadra va già bene così o ci sarà bisogno di fare qualche intervento a gennaio?
"Mancini ha valutato con grande attenzione la rosa che la società gli ha messo a disposizione. La considera una rosa di qualità e di livello, altrimenti non avrebbe accettato una sfida così impegnativa. Non abbiamo ancora parlato di mercato, ovviamente, perchè vuole vedere i ragazzi e capire la situazione dopo un po' di partite. Quando sarà il momento giusto ci siederemo con lui e Ausilio per fare il punto".
In un'era di fair play finanziario, quanto pesa avere a bilancio due allenatori?
"Pesa indubbiamente, ma è una scelta che abbiamo ponderato a lungo, anche dal punto di vista economico. È un peso che mi auguro si possa superare in un anno, perchè sono certo che Mazzarri troverà una squadra per ripartire già dalla prossima stagione, date le capacità che ha. Quest'anno, alla luce di alcuni risparmi, avevamo qualche margine di budget e abbiamo pensato che la scelta migliore fosse destinare queste risorse su un allenatore come Mancini".
Foto di Fabio Buzzani
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