ERICK THOHIR "ESPORTIAMO LA PASSIONE ITALIANA PER IL CALCIO"

Alla tavola rotonda sulla 'Globalizzazione dello sport' a Londra "Ci vuole engagement, i tifosi vanno coccolati, fatti sentire parte della nostra famiglia nerazzurra. Abbiamo grandi progetti"

LONDRA - Una tavola rotonda sulla 'Globalizzazione dello Sport', nell'ambito di "Leaders, The Sport Business Summit": è durato circa un'ora l'appuntamento che quest'oggi ha visto coinvolto Erick Thohir a Stamford Bridge, insieme al presidente della Roma James Pallotta, al proprietario dei Philadelphia 76ers e dei New Jersey Devils Joshua Harris, al presidente del Santos Laguna Alejandro Irarragorri.

Rispondendo alle domande di un moderatore, tante sono state le tematiche toccate dal presidente nerazzurro, dalla scelta di acquisire l'Inter alle sfide che questo ha rappresentato e tuttora rappresenta, dalla sua passione per il calcio e l'Italia all'organizzazione societaria, dalla sua filosofia di business all'importanza dei media, dalle particolarità del calcio italiano rispetto all'estero fino ad arrivare a questioni legate all'espansione del brand e allo stadio.

"Per dirigere una compagnia bene bisogna starle vicino e io cerco di farlo il più possibile, ma allo stesso tempo è importante avere dei manager che possano quotidianamente occuparsi della Società e io ho degli ottimi manager che lo stanno facendo", ha sottolineato all'inizio del suo intervento il presidente nerazzurro, nel rispondere a una domanda su come possa fare a gestire l'Inter vivendo a Giacarta, avendo lì il suo business principale ed essendo anche proprietario di un altro club di calcio negli Stati Uniti, il DC United. "Ci vuole passione, per il calcio e per il business, ci vuole competenza: i miei manager ed io ce l'abbiamo", ha aggiunto.

"Non si può non guardare all'Asia in questo momento se si pensa all'espansione del brand", sottolinea il presidente Thohir nell'ambito di un confronto sull'espansione del marchio nel mondo. "E noi lo stiamo facendo: abbiamo grandi progetti non solo per l'Italia ma anche per gli Stati Uniti e appunto per l'Asia. Stiamo lanciando attività di vario tipo, alcune sono già funzionanti, ma le stiamo espandendo anche in altri paesi: penso per esempio alle nostre Academy nel mondo. Partiamo dalla cultura italiana, dalla passione italiana per il calcio, per cercare di renderla conosciuta nel mondo il più possibile, anche con un maggiore sviluppo dei digital media. L'Inter ha tantissimi tifosi in tutto il mondo, quasi 90 milioni, ma addirittura 260 milioni sono i fan potenziali che l'Inter può raggiungere. Ci vuole engagement, i tifosi vanno coccolati, vanno fatti sentire parte della nostra famiglia nerazzurra. Abbiamo grandi progetti in proposito".

Nel 2016 la finale di Champions League si terrà a Milano, a San Siro, lo stadio che Inter e Milan condividono, ma - spiega il presidente nerazzurro - "non è ovviamente la stessa cosa avere uno stadio da soli o condividerlo con un altro club. Noi in proposito ci stiamo confrontando in maniera costruttiva con il Milan, è normale cercare di capire cosa entrambe le parti vogliano fare, perché è normale che un club arrivi ad avere l'esigenza di un proprio stadio, per noi e per loro è normale. Lo stadio però va utilizzato tutto l'anno, non solo per le partite: la casa dei tifosi deve essere funzionante 365 giorni e noi stiamo lavorando per capire come creare quotidianamente questo coinvolgimento, giorno dopo giorno. E' importante per il club di per sé ma anche per tutta la Serie A in generale".

Infine, il presidente nerazzurro ha sottolineato la differenza tra il mercato americano e quello europeo: "Ci sono differenze tra il modello Usa e quello europeo: in Usa non ci sono retrocessioni ma ci sono grandi e piccoli mercati, i club devono capire fino a dove possono competere. In Europa invece ci sono big club e club medi".


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