MILANO - Nei 28 anni di Pablo Daniel Osvaldo, professione attaccante, c'è di tutto. L'amore per la musica, per cominciare, la sua canzone preferita Wild Horses dei Rolling Stones. È un ragazzo tutto rock, accordato in giri di chitarra (che sa suonare) duri e puri. Lui è così, come un pezzo pieno di energia suonato su ogni campo. Osvaldo in Italia ha segnato tanto. Gol belli, mai banali, spesso decisivi. Più di quattro reti su dieci hanno portato punti. Siena e Juventus sono tra le sue "vittime" preferite e, come ha detto Kovacic: "Vede la porta, sarà fondamentale per darci delle alternative in attacco". Look curato, spesso "piratesco", carattere deciso. Così deciso che quando gli chiedevano: "Che cosa vuoi fare da grande?", rispondeva: "Voglio giocare a calcio". E se poi sorgeva un ulteriore dubbio, chiudeva il discorso: "Non esiste. Io arrivo".
Nasce in Argentina, è cittadino italiano, ha conosciuto il calcio spagnolo e inglese. Ha totalizzato 14 presenze e 4 gol con la nostra nazionale. Il padre faceva l'operaio in una fabbrica metallurgica, la madre capocassiera al supermercato. Ha tre sorelle più grandi e un fratello più piccolo che viene spesso a trovarlo. Amore per la famiglia e passioni anche fuori dal campo.
Come per la scrittura e per le letture: "Scrivere mi piace: poesie e canzoni. Amo Frédéric Beigbeder, un nichilista che crede nel dogma della velocità. Dice: 'Se non siamo certi di vedere il domani, dice, è meglio correre'. Corriamo, allora". All'Inter, per l'Inter. E per tutti i tifosi che non vedono l'ora di vedere l'anima rock in campo. Pronta a lottare e combattere. Giocatori, come fossero Wild Horses.
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