MISSING IN ACTION: GIANLUCA PAGLIUCA

“La finale di Parigi nel cuore e quello scudetto che potevamo vincere”

MILANO - È solo appena ingrigito, il portierone Gianluca Pagliuca, uno che se sbagliava una parata ci stava male davvero. 234 volte in porta per l'Inter, la Coppa Uefa vinta a Parigi come trofeo, aveva raccolto la difficile eredità di un idolo come Walter Zenga. Bolognese, è tornato "a casa", anche calcisticamente: dopo la carriera in nerazzurro difendendo la porta del Bologna per sette anni, e ha chiuso col calcio giocato dopo l'ultima stagione all'Ascoli. A Bologna vive tuttora, ha un bambino di dodici anni, che gioca mezzala, punta o trequartista nella scuola calcio e con grande contentezza del papà adora il calcio.

"Adesso sono responsabile e coordinatore dei portieri del Settore Giovanile del Bologna".

La notte di Parigi è nel suo cuore.

"Quella finale è stato il mio primo trofeo in nerazzurro e unico, perché quell'anno potevamo vincere anche il campionato, e poi tutti sappiamo com'è andata a finire".

Vittorie e sconfitte...

"L'Inter mi aveva preso dalla Sampdoria, è stata una Società che ha creduto molto in me. Ho avuto delle grandissime soddisfazioni in quei cinque anni, come rendimento sono stato giudicato il miglior portiere d'Italia, ho riconquistato la nazionale, ho vinto tante partite. Mi sarebbe piaciuto vincere il Mondiale nel '94, ho perso la Uefa con lo Schalke, ho vinto tanto e ho perso tanto".

San Siro come emozione infinita.

"È uno stadio meraviglioso, storico, mi ricordo l'emozione della prima volta, ma non è mai finita. Ogni volta che ci giocavo mi emozionavo".

Chi vince il Mondiale?

"L'Argentina".


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