INTER LEGENDS: CORDOBA RACCONTA CORDOBA

I sorrisi del colombiano e anche la commozione di chi riguarda una carriera fatta di successi e grandi battaglie con la consapevolezza di aver dato tutto.

APPIANO GENTILE - "Chi è dell'Inter è solo da Inter e non può essere di altre squadre. E'
particolare, speciale, è unica."

Una notte, speciale con Inter Channel, con Ivan Ramiro Cordoba che racconta se stesso al microfono di Alessandro Villa.
Mondo Inter diventa 'Inter Legends'. La storia prende forma con le immagini di gioco e di vita, i sorrisi del colombiano e anche la commozione di chi riguarda una carriera fatta di successi e grandi battaglie con la
consapevolezza di aver dato tutto.


E' la storia particolare di due coppe: la prima, che risale al 2001, è la coppa America vinta contro il Messico con un goal in finale. La seconda è la Coppa Italia vinta da capitano, vista l'assenza di Zanetti, nel 2005.
Dai giorni al Deportivo Rio Negro, al trampolino di lancio nel San Lorenzo de almagro, passando per l'Atlètico Nacional de Medellin. I racconti, i personaggi che hanno accompagnato Ivan in Italia.
Dalla firma tra Inter e San Lorenzo con la visita in Italia del presidente Fernando Miele allo sbarco a Milano. "Presidente io vado all'Inter e non al Real, perché ho delle grandi motivazioni, ho già scelto, giocherò lì".


Arriva il 6 gennaio del 2000 "La prima volta che sono entrato a San Siro faceva freddissimo , ma io non sentivo nulla. Fu una grande giornata". Una squadra che aveva grandi giocatori e che purtroppo non iniziò mai un ciclo anche complice l'Infortunio di Ronaldo.
Nelle stagioni che seguono lo scudetto viene solo sfiorato e così la finale di Champions "Le due settimane con più tensione della storia della Milano sportiva, almeno quella recente".

"In quei giorni si sono messe le basi per fare qualcosa di importante, e a Cuper bisogna dare questo merito". Poi le grandi vittorie, l'incontro con Mourinho "sapeva già metà della mia vita, lui ha voluto conoscere subito tutti", con il Napoli arriva il goal forse più bello in carriera "Non me lo sarei mai aspettato, è stato istinto, segno con la gamba sinistra e esulto con una capriola, volevo ringraziare medico e fisioterapisti".

Poi il triplete e il Mondiale per Club vinto da protagonista "quelle gare dimostrarono la forza di uno straordinario gruppo" 10 anni dopo Ivan sul tetto del mondo.




CORDOBA RACCONTA CORDOBA II PARTE

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