MILANO - Strabordante, come era in campo, entusiasta, fortissimo: il dietro le quinte delle risposte che Nicola Berti dà ai followers su Twitter tramite il profilo @Inter è a tratti anche esilarante. Esattamente come correva in campo, Berti risponde, fosse per lui, andrebbe avanti tutta la sera, perché "i tifosi per me sono sempre stati tutto, ho bisogno di essere caricato e riesco a dare le carica, è incredibile andare allo stadio e sentire ancora che mi cantano 'Nicola Berti facci un gol'. All'Inter ho vissuto anni fantastici, non c'è niente nella vita come scendere in campo a San Siro e sentire il pubblico, neanche la misuri l'adrenalina che ti corre in corpo".
Il migliore con cui ha giocato, Ronaldo. L'uomo derby che verrà, Mauro Icardi. Il simbolo dell'integrità, Facchetti. Lo 'charme' nerazzurro per eccellenza, Peppino Prisco. Il rimpianto, non aver giocato in quell'Inter di Simoni beffata in campionato e vincitrice della Coppa Uefa. Snocciola nomi e storie. I derby sono il suo punto di riferimento, allora, quando era in campo sentiva di più la rivalità con il Milan che non con la Juventus.
"Allora, la Juve era ben poca cosa. Il Milan era il vero avversario, avevamo a San Siro una palestra in comune per il riscaldamento, io cominciavo già lì a dar fastidio. C'era una rivalità vera, assoluta, ce la sentivamo dentro. Una pallonata a un milanista mica si nega, no? Ve lo ricordate quel 3-1 dell'aprile del '95? Un destino, dovevo proprio segnare al milanista più antipatico, Sebastiano Rossi".
A San Siro c'è praticamente sempre, la stagione del Triplete racconta di averla seguita tutta, da tifoso normale, era a Kiev, a Mosca, è ovviamente stato a Madrid. "Ho un'immagine, di Massimo (Moratti, n.d.r.) che torna in albergo come avrebbe potuto farlo chiunque, in taxi. Ci sono cose che fanno riflettere".
Gli chiedono perché non ci fischiano un rigore, risponde "perché si sbagliano". E ride, tanta vita passata nel calcio insegna molto, "quanti sono gli scudetti della Juventus? Molti meno di quelli che dichiarano, sempre".
Nel futuro nerazzurro vede Mazzarri e due nuovi acquisti, il terzo posto per la prossima stagione e poi l'Inter che trionfa ancora. Dice che è e sarà sempre a disposizione del Club, intanto arrivano centinaia di tweet, qualcuno gli ricorda quella rete al Bayern Monaco, e lui racconta di quella folle corsa all'Olympiastadion innevato, quella voglia di andare sotto la sua curva, "era come cercare di andare oltre il gol, di sentirne il senso". Nerazzurro allora, ora, per sempre.
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