MILANO - "Molta sfortuna, la squadra ha giocato bene nel secondo tempo, nel primo eravamo un po' stanchi, ma avremmo certamente meritato di vincere" così il presidente onorario di F.C. Internazionale Massimo Moratti all'entrata degli uffici della Saras.
"32 partite senza rigori? E' una cosa comica. Ormai se ne parla sorridendo, perché sai che succede tutte le domeniche, tanto poi il rigore non te lo danno.
Parlare di accanimento? Ma no, perchè accanimento... l'anno scorso è successo lo stesso, dalla partita con la Juve fino alla fine del campionato, poi anche nel passato... Capita a tutte le squadre, qui però capita con una statistica assurda. Credo che gli arbitri abbiano paura a dare il primo rigore dopo tanto tempo, questo può essere una cosa che li frena abbastanza, perchè il rigore deve essere lampante, altrimenti diventa un problema.
Mi sembra che i giocatori entrino in campo con la voglia di far bene, Mazzarri li carica sufficientemente, poi ci sono partite in cui proprio non riesci a ingranare. Guidolin non è male, ieri ha schierato la squadra in modo tale che frenasse molto il nostro gioco. Non credo che sia una questione di volontà o di pigrizia, la squadra vuol far bene, se fai un gol poi tutto funziona molto meglio, questo lo sappiamo. Mazzarri penso sia bravo.
Cosa vuol dire Thohir dicendo 'rivedremo tutto'? Non lo so, dovete chiederlo a lui, non a me.
Il mio ruolo non mi manca, quando uno prende una decisione del genere poi non può lasciar spazio alla nostalgia, ho fiducia in chi è lì.
Ruolino di marcia preoccupante? Forse (ride, ndr). Finora abbiamo parlato di tante giustificazioni, speriamo che siano quelle ad averci frenato.
Torres e Dzeko? Stuzzicano me, come stuzzicano voi, come stuzzicano un tifoso della curva, ognuno di noi può avere le sue preferenze, poi quello che farà la Società non lo so. Ne parleremo, ma la decisione non è certo mia. Un conto è prendere la decisione finale, un conto è partecipare amichevolmente alla costruzione di qualche cosa, quindi non posso prendermi la responsabilità di una speranza".
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