WALTER MAZZARRI OSPITE DI NICOLA SAVINO A "QUELLI CHE IL CALCIO"

L'allenatore, durante la presentazione del suo libro "Il meglio deve ancora venire", ha parlato anche della partita di ieri: "Per gioco e risultato stiamo inziando a fare quello che volevo"

MILANO - Un pomeriggio tra amici. E' quello che è stato l'appuntamento odierno con "Quelli che il calcio" su Rai Due dove Walter Mazzarri è stato ospite di Nicola Savino per parlare del suo libro, "Il meglio deve ancora venire", e non solo.

A proposito della pagine del racconto, scritto con Alessandro Alciato,  inevitabile parlare del rapporto con il figlio Gabriele, al quale il libro è dedicato: "Sta per compiere 19 anni, è un uomo, mi chiamava Mister Broccolo. Era strano per lui, che era un bambino, sentire chiamare suo padre Mister: quando una volta è accaduto al ristorante, lui rimasto un po' così, sorpreso e in quel periodo c'era un personaggio dei suoi cartoni animati preferiti che si chiamava Broccolo e ha iniziato a chiamarmi così (ndr, sorride)".

Se sia meglio invitare l'allenatore nerazzurro a cena piuttosto che intervistarlo: "Credo di si perchè quelli che sono venuti a cena con me hanno avuto un'altra risposta. Anche l'autore del libro, Alessandro Alciato, lui è un giornalista e, dall'esterno, aveva visto una faccia di me che era molto diversa da quella che poi ha conosciuto".

Si è parlato anche di Inter e della partita di ieri contro l'Hellas Verona, dove si è vista l'Inter di Mazzarri: "Si è vista anche a inizio stagione, poi c'è stato un momento un po' delicato. Dal punto di vista del gioco e del risultato stiamo inziando a fare quello che volevo. Jonathan nella Nazionale italiana? Per me sarebbe un'ulteriore vittoria, è un ragazzo che sapete come era considerato l'anno scorso, non era visto bene nemmneo dal nostro pubblico, lo aiutato".

Sul desiderio, espresso nel libro, di comprare prima o poi una squadra di calcio Mazzarri spiega: "Credo, per il bagaglio di esperienza che ho, essendo partito da sottozero e avendo fatto tutti i ruoli, di poter sapere quello che pensa un magazziniere, un dottore, etc. Credo di avere un bagaglio di esperienze che possa aiutarmi a saper gestire ogni aspetto del pianeta calcio".

Sul suo stato d'animo durante i novanta minuti, e anche dopo, e sul suo dialogo in panchina con Nicolò Frustalupi, suo vice: "Non ho ancora bene imparato a perdere, sto male quando capita. Sono anche stato il primo allenatore a essere multato per il fumo in panchina...Frustalupi? Chi fa il mio mestiere sa di non potersi fidare di nessuno, quando devo sfogarmi lui è la vittima. E' molto bravo, è giovane, mi dà una grande mano, a livello tattico si fa tutto insieme e quando c'è qualcosa che non va la si commenta insieme".

Rapporto con il denaro, se quello di Mazzarri sia cambiato nel tempo è lui stesso a spiegarlo: "Credo di aver conservato i valori veri, conosco gli stipendi delle persone normali. Credo di aver mentenuto una condotta di vita simile a quella che ho sempre avuto. Mio padre mi ha fatto capire tante cose, probabilmente se sono arrivato dove sono arrivato è perchè lui mi ha trasmesso il culto del lavoro. Credo che i valori che ci ha trasmesso abbiano aiutato me e mio fratello, che nel suo lavoro e anche lui ad alti vertici, ad arrivare dove siamo arrivati".

A proposito delle differenze tra Napoli e Milano e tra i presidenti con i quali ha lavorato: "Qui, al limite, l'unica differenza vera con il presidente Thohir è la lingua. Con tutti i presidenti ho avuto un ottimo rapporto e quando c'è questo stai meglio anche ad allenare la squadra. E' un caso che la migliore Inter si veda adesso dove le situazioni societarie sono chiare? E' chiaro che questo è stato un anno particolare".

Con Daniele Tombolini, ex arbitro di calcio e attuale opinionista sportivo, è stato inevitabile parlare del tanto tempo trascorso per l'Inter senza calci di rigori a favore. A Mazzarri è stato quindi chiesto se un arbitro che va ad allenare l'Inter sia sotto pressione e prima di concedere un penalty si faccia tante domande. Parlarne tanto nei post partita è stato forse un po' controproducente? "Mi sono posto anche io questa domanda. A livello umano dico che anche gli arbitri come noi sono umani e devono gestire tante cose in poco tempo. L'arbitro deve solo stare attento ad applicare con attenzione il regolamento. Pero, è vero, è possibile che anche gli arbitri giovani possano essere condizionati da questo".

Sulla gestione di Fredy Guarin: "Per me gestire il gruppo è la cosa più facile: quando pensi di essere preparato, pensi di poter trasmettere la tua conoscenza ai ragazzi, non credo ci sia il problema di gestire. Ho gestito lui come tutti gli altri, facendolo allenare, parlandogli quando c'era bisogno e cercando di aiutarlo a migliorare dove ha bisogno, per esempio nella continuità in partita", ha spiegato l'allenatore nerazzurro.



 English version  日本語版  Versi Bahasa Indonesia 

tags: mazzarri
Carica altri risultati