APPIANO GENTILE - Conferenza stampa di Walter Mazzarri al centro sportivo "Angelo Moratti" di Appiano Gentile. Si analizzano nel dettaglio le ultime prestazioni
nerazzurre: "Torino è stata una gara anomala di per sè, ma forse è
l'unica partita dove come approccio siamo partiti male, un po' sorpresi
in alcuni movimenti e anche l'espulsione è venuta così. Con la Roma è
stata una partita "segnata", ogni ripartenza sembrava ci facessero gol,
partita strana da analizzare, ma abbiamo preso troppe ripartente, loro
sono stati cinici e gli è andato tutto bene, a parte il rigore dubbio. Col
Cagliari eravamo stati perfetti, se proprio dobbiamo essere pignoli chi
doveva accorciare su Nainggolan non l'ha fatto ma eravamo a fine
partita e son cose che capitano. Inter comunque messa bene in campo
anche in fase difensiva. Col Verona siamo partiti benissimo e abbian
fatto due gol, fino al 2-0 loro non avevano mai superato la metà campo.
Si giocava bene e la gente si esaltava a vedere bel calcio, i ragazzi
avranno inconsciamente pensato che la partita fosse vinta e non vedevano
più il pericolo: noi dobbiamo sempre essere attenti e concentrati 90
minuti. Abbiamo preso il cazzotto del primo gol, siamo andati in due sul
centravanti per togliergli la palla e abbiamo lasciato il buco per
ingenuità. Poi siamo andati sul 4-1 e si è pensato anche alla sfida di
martedì, abbiamo fatto leggerezze che potevano costarci caro, ecco dove
dobbiamo crescere e lavorare ma penso che i ragazzi abbiano capito".
Mazzarri
deve poi tornare sulla scelta di non parlare dopo la sfida di Torino:
"Sono tanti anni che faccio questo mestiere, conosco bene questo mondo.
Se ho preso la decisione di non parlare dopo la gara di Torino è stato
per cercare di tenere un clima sereno anche se avevo visto cose che mi
avevano fatto arrabbiare. Ognuno ha i propri interessi da difendere,
qualcuno mi ha criticato ma io a posteriori credo di aver fatto colto
bene a non parlare".
Al tecnico interista viene poi chiesto di
Alvarez, Kovacic e Icardi: "Per le idee che ho adesso posso dire che se
dovessi far giocare Kovacic è possibile che Alvarez rigiochi come col
Verona, altrimenti giocherà in un'altra posizione. Icardi non sta bene,
ha un problema e deve gestirsi, non può allenarsi al top. Vista
l'emergenza in avanti però potrebbe essere disponibile a giocare una
parte di partita. In base alla rosa che ho cerco di capire il modulo più
congeniale, conta essere equilibrati, propositivi e non prender troppi
gol. Se giochiamo come l'ultima partita, con Guarin mezzala offensiva,
con Alvarez, se metti anche uno al centro che non recupera palla non
riusciremmo più a giocare. Io certe qualità le preferisco avere sulla
trequarti o sugli esterni, dunque Kovacic non potrebbe sostituire
Cambiasso al centro".
Viene poi domandato quale possa essere
l'influenza sul lavoro dello staff tecnico del nuovo azionista di
maggioranza: "Sarà il tempo a dire cosa succederà. Quando c'è un
cambiamento non si può parlare a priori prima di iniziare a lavorare.
Dovreste chiedere a lui le idee che avrò non lo posso dire io. In questo
momento penso che chi è della famiglia Inter debba essere contento di
quello che si sta facendo sul campo, far crescere i giovani in mix con
giocatori più esperti, penso che qualsiasi proprietario dovrebbe essere
contento di quanto si sta facendo".
Ai cronisti che fanno notare
come le statistiche difensive siano diverse con Campagnaro in campo o
meno, risponde così: "Quando facevo giocare Campagnaro era perché
credevo fosse più in forma di altri. Io non ho visto errori da parte
degli altri, in questo caso Rolando, poi se si contano come errori anche
certe sfortune come la deviazione sul tiro di Nainggolan... Io guardo
il reparto e il singolo e da questo punto di vista non ho visto grandi
cambiamenti nella difesa con o senza Hugo. Il calcio non è una scienza
esatta, io devo guardare avanti, se manca un giocatore devo far giocare
un altro mica posso piangermi addosso. Ma ripeto: non ho visto che è
andato via un giocatore e siamo andati male, è successo che abbiamo
preso dei gol in certi modi, non perché manca uno".