MILANO - Fredy Guarin ai microfoni di Inter Channel ha parlato di Inter, di Walter Mazzarri, di Milano, dei tifosi, della prossima stagione e di tanto altro ancora. Ecco il testo integrale dell'intervista in onda nel pomeriggio nel corso di Radio Appiano.
E' la terza stagione all'Inter, il secondo ritiro estivo, che sensazioni hai dopo questi primi giorni di lavoro?
"Mi sento molto bene, come ho sempre detto è un orgoglio stare in questa squadra e poi è la mia seconda stagione e mezzo e mi sono sempre trovato bene, mi fanno sentire come un uomo in più per questa famiglia, con la voglia di migliorare sempre".
Avete iniziato con un nuovo allenatore, faticando molto, correndo tanto in montagna... stai bene anche fisicamente?
"Si, è quello che si cerca in questo momento della stagione, si cerca il lavoro fisico e anche mentale, che è la cosa più importante nel ritiro. Io mi sento bene, sto lavorando bene con tutta la squadra e cerchiamo di essere al meglio per l'inizio del campionato".
Come sono andate le vacanze?
"Benissimo, poco tempo però sono sempre stato con la mia famiglia, i miei genitori, i miei fratelli... anche tanti amici che non vedevo da un po'. Quando vado in Colombia è sempre bello rivedere tutti loro".
Nella presentazione della squadra in piazza a Pinzolo, Esteban Cambiasso ha ringraziato i tifosi, che sono tantissimi. Hai qualcosa da dire loro anche tu?
"Ovviamente è importantissimo per noi che i tifosi siano l'uomo in più per la squadra quando va in campo. La loro voglia ci dà la forza per dare l'anima alla squadra. Li ringrazio perchè fanno tanto bene per cominciare nel migliore dei modi la stagione".
Hai lasciato il 14 a Campagnaro, gesto molto bello, e hai preso il 13 che usi in Nazionale.
"Si, l'ho sempre avuto fin da piccolo con l'Under 15, è un numero che piace alla mia famiglia e a me tantissimo. Quando sono arrivato ce l'aveva Maicon e ho dovuto aspettare, poi l'anno scorso l'ho rifiutato per rispetto a Maicon perchè è stato importantissimo per questa squadra. Per cui ho aspettato un anno e adesso, essendo ancora libero, l'ho preso, e allo stesso tempo ho potuto lasciare il 14 a Campagnaro".
Sei scaramantico?
"Non tanto, ma essendo un numero che ho sempre avuto in Nazionale, dove sono sempre andato bene... potendolo prendere anche qui...".
Tu vieni considerato dai tifosi uno dei più importanti della rosa, tutti si aspettano moltissimo da te. Che rapporto hai con l'Inter? Senti il peso di essere un giocatore importante? E che rapporto hai con Milano?
"L'anno scorso ho sentito cose importantissime nel rapporto coi tifosi e Guarin in campo, la verità è che per me loro sono importantissimi. Io sono sempre stato tifoso dei Millonarios in Colombia e andavo allo stadio, tifavo ed esultavo... ovviamente volevo sempre vedere la mia squadra vincere! Io capisco la passione dei tifosi molto bene, ho visto anche la stima verso di me e ovviamente tutto questo mi dà responsabilità e motivazioni in più. Spero sempre di migliorare giorno dopo giorno. Io a Milano sto benissimo, e la mia famiglia e miei figli stanno altrettanto bene".
E' una città facile in cui vivere?
"Non è facile come città da vivere, ho sempre detto ai miei parenti che quando sono con la squadra ad allenarmi, è una vita, quando sono in città o in centro è un'altra vita. Intendo trovare un equilibrio e una stabilità tra queste due cose".
State lavorando molto fisicamente ma anche sulla tattica. Il lavoro di Mazzarri sembra esaltare le caratteristiche degli interni di centrocampo, tu hai sempre detto che quello è il tuo ruolo naturale, pensi che questo tipo di lavoro possa quindi esaltare le tue caratteristiche?
"Penso di si, se c'è un allenatore come Mazzarri che vuole che ogni giocatore faccia esplodere le proprie virtù è meglio per tutti noi. Abbiamo visto al Napoli Hamsik, Inler, Pandev, giocatori che sono esplosi da un momento all'altro e sono cresciuti molto con Mazzarri. Dobbiamo approfittare tanto della fortuna di allenarci con lui, se lo faremo tutti, i risultati per la squadra arriveranno senz'altro".
Anno particolare il 2014, ci sono i Mondiali. La Colombia è tra le più forti?
"Sta crescendo, ha giocatori giovani e cerca di far vedere al mondo del calcio che in Colombia ci sono giocatori importanti e si può fare un nome a livello calcistico nel mondo. Ad esempio quello che abbiamo fatto al Porto è stato un passo importante per i calciatori colombiani in Europa, abbiamo vinto tanto lì... Poi sono arrivati Zapata, Zuniga, Muriel e tanti giocatori anche all'estero sono esplosi e stanno facendo la differenza. Prima o poi doveva arrivare il nostro momento!".
Quanto conta fare bene con l'Inter per esserci ai Mondiali?
"Ovviamente conta molto, i giocatori devono essere sempre al massimo livello nel Club per poter andare in Nazionale. L'Inter in questo è importantissima, ma non solo per il Mondiale, anche per la mia carriera".
Quanto è importante la presenza di Ivan Cordoba per te?
"Ho avuto la fortuna di averlo come compagno di squadra, dopo sei mesi lui ha finito la sua carriera da calciatore e penso avrebbe potuto continuare ancora un po'. E' un idolo e non solo per me, in Colombia per tutti i miei coetanei è un mito, ma per me è importantissimo anche fuori dal campo".
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