ANDREOLLI "FINALMENTE RITORNO A CASA"

"Un sogno riconquistare questa squadra. E' da quando sono andato via 7 anni fa che il mio vero obiettivo era quello di tornare all'Inter, nel ricordo di Facchetti"

PINZOLO - La conferenza stampa di presentazione di Marco Andreolli, con la sua nuova maglia numero 6, nella sala stampa di Pinzolo, al fianco del nuovo compagno Hugo Campagnaro e del direttore sportivo Piero Ausilio, si apre con il ricordo del suo passato nerazzurro: "Il ritorno qui è davvero un ritorno a casa, ricordo il giorno in cui ho lasciato il ritiro di Brunico 7 anni fa, fu uno dei giorni più tristi della mia carriera perchè lasciavo un ambiente straordinario, dove sono cresciuto. Ritornare adesso dopo anni passati in giro a migliorarmi e crescere, sia sul campo che come persona, per me è un orgoglio incredibile: sono felicissimo di essere tornato. Io porto dentro di me sempre un ricordo straordinario di Giacinto Facchetti come persona, quando ero giovane all'Inter e mi affacciavo alla prima squadra lui fu una delle prime persone che mi dava consigli, mi veniva vicino per cercare di aiutarmi, quando parlava toccava sempre i tasti giusti. Ricordo con tantissimo affetto i suoi consigli ed essere tornato qui è motivo di orgoglio. Non ho mai archiviato l'Inter nella mia testa, come ho detto quando lasciai il ritiro tanti anni fa dentro di me era rimasta la volontà di far di tutto per migliorare e avere la possibilità un domani di riconquistare questa maglia. Ho passato anche momenti difficili, come tutti i calciatori, quello che mi ha dato la forza per non mollare era proprio questo: un giorno poter riconquistare questa maglia. Adesso sono contento di essere tornato qua".

I giornalisti gli chiedono poi di Walter Mazzarri: "Mi hanno colpito la determinazione e la carica del mister, sta cercando di trasmetterla a tutta la squadra. La volontà di ognuno di migliorarsi, anche di campioni che hanno vinto tutto negli anni, per noi giovani è un esempio: hanno sempre voglia di migliorare e trascinare il gruppo, questo mi ha colpito. Oltre alla voglia, la cattiveria e la determinazione del mister".

Andreolli aveva diverse offerte ma "per me l'Inter è una delle più grandi squadre del mondo, e tornare qua era la cosa prioritaria, sono anche tifoso e per me è un aspetto importante anche questo. Essere cresciuto qui poi è un qualcosa in più, tornare dopo anni e sentirsi a casa è importante. E' chiaro che questi giorni di ritiro saranno i più faticosi, bisogna lavorare e mettere benzina nelle gambe, ma siamo qui per questo e non sarà un problema. E' normale fare tutto questo. Come ho già detto, essendo cresciuto qui è fin da quando sono dovuto andare via per migliorarmi che la mia unica idea era un giorno di poter tornare qui. Anni fa Giacinto mi aveva fatto alcune confidenze che non posso star qui a dire, ma non potevo deluderlo e quindi ora che sono qui ho un altro motivo per essere felice".

A proposito di tattica e disposizione in campo come centrale di una difesa a tre, Andreolli spiega che "il mister mi sta provando in quella zona del campo, ne abbiamo parlato, anche negli anni passati quando mi è capitato di giocare con la difesa a 3 non stavo al centro, ora mi proverà anche in altre posizioni ma quello che mi chiederà lo farò".

Sul suo passato, il centrale difensivo spiega: "Quando sono andato a Roma il primo anno è stato difficile anche per un problema fisico che mi ha tenuto fuori. Avevo bisogno di fare esperienze, errori, e di imparare dagli errori. Servono per migliorarsi, per non ripeterli e ripartire. E' quello che credo mi sia successo in questi anni, ho capito alcuni miei errori del passato e ho cercato la chiave per non ripeterli e migliorarmi. Ora sono più maturo e consapevole della realtà in cui sono, a 27 anni uno poi deve continuare a migliorarsi, fare come fa il Capitano... ".

I giornalisti gli domandano poi quali sono i motivi per cui questa squadra può lottare per il vertice: "La qualità del gruppo, che è ottima, la voglia di rivalsa e la fame di ottenere quei risultati che fino a poco fa questa Società otteneva. Poi la voglia da parte di tutti di seguire attentamente le indicazioni del mister. L'affetto dei nostri tifosi è una cosa importantissima per noi, siamo felicissimi di questo, soprattutto in questo momento in cui ci danno la determinazione e la carica giusta per lavorare al massimo. Speriamo di riuscire a ripagare al meglio il loro affetto".

Marco poi non si sbilancia alla domanda di chi, tra i nuovi compagni, lo abbia maggiormente impressionato: "Siamo solo all'inizio, ma tra tutti i giocatori importantissimi, ciò che mi ha colpito è la voglia di chi è qui da anni di voler ripartire e di trasmettere a noi la fame e la voglia di stare ai massimi livelli. Le qualità di ogni giocatore verranno fuori all'interno del gruppo: se il gruppo si migliora poi le qualità di ognuno salteranno fuori".

Infine, una curiosità sulla decisione del numero di maglia: "La scelta del 6 è per tre motivi: primo che 3 più 3 fa 6, io ho indossato il 3, numero che qui è stato di Giacinto e che giustamente rimarrà solo suo. Inoltre mio padre è un interista incredibile e ricorda il 6 vestito da Armando Picchi: solo pronunciare il suo nome mi scombussola dentro. Magari potessi vincere un quarto di quello che ha vinto lui. Infine il 6 è stato il numero di mia madre quando giocava a basket".


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