MILANO - Paolo Bonolis ha fatto i cinquantadue anni il 14 giugno, Paolo Rossi ne fa sessanta il 22,
Roberto Vecchioni ne compie settanta il 25. in comune hanno due cose: sono tutti e tre sono molto interisti e hanno interpretato, ognuno a proprio modo, l'arte.
Paolo Bonolis nel suo essere interista è passionale, ha le idee molto chiare e non ha paura di esprimerle. Il che riflette il suo modo di comunicare, da sempre, col pubblico televisivo. In un mondo che tende sempre di più ad appiattirsi, Bonolis ha scosso gli stereotipi ed ha sempre fatto in modo di inventare nuove formule per rivolgersi alla gente.
Paolo Rossi è il teatro, sa mescolare l'avanguardia alla tradizione, basta farlo salire sul palco, ovunque, che si sente come un attore possa interpretare i grandi classici oppure aprire una finestra sulla cronaca. Memorabile per i nerazzurri fu la sua 'Ode a Evaristo Beccalossi', un monologo che si aggancia ai due rigori sbagliati dal Becca in Inter-Slovan Bratislava, Coppa delle Coppe 1982-83.
Roberto Vecchioni è la poesia mescolata alla musica. Da 'Luci a San Siro' e lungo tutta la sua produzione, ha saputo sognare la realtà, oppure ripercorrerla così com'è, mettendola in musica e attestandosi fra i migliori artisti italiani.
A tutti loro, i nostri auguri a grazie per essere interisti.