MAZZARRI "PER VINCERE CONTA METTERE QUALCOSA OLTRE L'OSTACOLO"

"Un allenatore, oltre a avere credibilità in quanto preparato, deve stimolare e trasmettere il giusto aspetto caratteriale"

APPIANO GENTILE - Bella e interessante la prima conferenza stampa di Walter Mazzarri. Il nuovo tecnico dell'Inter già dimostra tutta la passione che metterà nel proprio lavoro e fa capire quanta voglia ha di allenare la squadra.

Inter.it vi propone la versione e integrale di quanto dichiarato dall'allenatore toscano.

Quale può essere l'obiettivo di una squadra che è arrivata così lontano dalla Juventus e che ha in rosa dei giocatori che vanno valutati soprattutto nella capacità di allenarsi ai ritmi che richiede lei?

"Dico la verità sono abbastanza fiducioso perche conosco i miei metodi di lavoro: Soprattutto avendo una squadra nuova e questo è un vantaggio almeno per un allenatore nuovo che arriva in un club importante. E' inutile negarlo, l'anno scorso c'è stato qualche problema, ma bisogna avere fiducia. Vi dico un nome di un ragazzo con cui ho un grande rapporto che ho avuto e sta facendo la carriera di direttore sportivo: Nicola Amoruso. Era un giocatore dato per finito da tutti, aveva già 32 anni e venne alla Reggina. Dopo aver lavorato come si deve lavorare, sembrava un giocatore rigenerato, tanto è vero che ha battuto il suo record di gol in quell'anno con una squadra che lottava per la salvezza. E lui aveva già giocato nella Juventus e in altri club, e questo la dice lunga. Sono convinto, se si lavora nel modo giusto e se i giocatori credono in quello che noi gli proponiamo e lo sposano, che i giocatori dell'inter, almeno al 90 per cento, siano in grado di sopportare tutto quello che è giusto sopportare per poi fare grandi partite la domenica".

Quando non era ancora ufficiale il suo ingaggio il presidente ha dichiarato che allenare una squadra di calcio è una cosa ma che allenare l'inter è diverso. Che cosa ne pensa?
"Questo dovrò capirlo, sto facendo un corso intenso per capire il pianeta Inter, mi faccio aiutare da tutti. Però qualche certezza con me stesso ce l'ho. Se voi mi avete sentito qualche volta, ho detto che quando uno allena 4 anni a Napoli acquisisce una patente superiore e si sente in grado di poter allenare in qualsiasi piazza. Questa potrebbe essere una mezza garanzia, poi saranno i fatti a dirlo. A parte gli scherzi, credo di avere le caratteristiche giuste per allenare un club di questo tipo. Il presidente che mi ha scelto, cercando certe caratteristiche per il pianeta Inter, probabilmente pensa che abbia le capacità e le caratteristiche per poter far bene in un club strutturato in questo modo".

C'è un giocatore del Napoli che le sarebbe piaciuto portarsi in valigia?
"Anche se ci fossero, voglio bene ai ragazzi che ho avuto perchè mi hanno permesso di arrivare dove sono arrivato e ringrazio tutti quelli che ho allenato nel passato. L'ultimo giorno in cui salutai i ragazzi del Napoli fu a Roma, mi sono anche commosso e vi dico la verità che ho detto loro che non li avrei più chiamati e che, se avessero voluto, mi avrebbero potuto chiamare loro. Questo proprio per rispetto del nuovo allenatore. Credo di avere dei codici miei personali di correttezza morale e non chiamo nessuno dei miei giocatori, anche se gli devo molto. Li ho ringraziati ma da questo momento in poi non sono l'allenatore del Napoli e non li chiamerò. Questo per dire anche che eventualmente avessi, a livello tecnico, delle valutazioni su qualche giocatore del Napoli che possa far comodo all'Inter, non lo direi certo a voi nè ai ragazzi. Lo direi, per correttezza di ruoli, ai nostri direttori generali e sportivi  Ausilio e Branca. Se loro avessero la possibilità di prenderli bene, però non è questa la sede nè il momento di dire queste cose anche perchè di mercato non voglio parlarne".

Lei è sempre stato in prima linea nelle polemiche arbitrali, all'Inter nell'ultimo anno ci sono stati dei problemi con gli arbitri...
"Se  ci avete fatto caso, negli ultimi anni, non ho fatto più polemiche arbitrali. E' già un po' che ho cambiato atteggiamento. Io ho fatto solo una conferenza stampa mirata dopo la Supercoppa a Pechino. Ma era una conferenza mirata a dare un contributo, perchè dopo 33 anni di carriera nel calcio posso dire anche io la mia e perchè quella fu una partita particolare. Detto questo, non ho piu parlato degli arbitri se non proprio a livello veniale quando ti chiedono un commento, senza però mai entrare in polemica anche nell'ultimo anno in cui ho allenato. Quindi questo non è un problema di sicuro".


Se Massimo Moratti le chiedesse qualcosa in più di essere semplicemente competitivo, lei sarebbe pronto?
"Io ho fiducia in voi, vanno fatte le valutazioni in base a certi parametri perchè comunque è sempre un azienda il calcio. Ci sono dei giocatori che hanno un valore tecnico di un certo tipo e guadagnano tanto, e tutti in relazione a questo. Non ho problemi ad assumermi le mie responsabilità in base a certi programmi logici e obiettivi, con me non ci dovrebbero essere problemi perchè, se son venuto all'Inter, è perchè voglio che questa squadra importante possa tornare nel piu breve tempo possibile a essere competitiva e a giocarsela come ha sempre fatto nella storia, negli anni, con quelli che sono nelle prime posizioni da sempre".

Ha parlato con Walter Samuel? Potrà essere ancora importante per l'Inter?
"Samuel è un giocatore talmente bravo, serio e importante, che non ho bisogno di parlarci. Comunque colgo l'occasione per dirvi che il mio sistema di lavoro è così: quando ci vedremo alla pinetina i primi due giorni non uscirò nemmeno sui campi, farò colloqui individuali per mezz'ora con ogni componente della rosa prima di fare il primo discorso alla squadra. Questo è il mio modo di agire da sempre e quindi non parlo prima per corretteza di Samuel come di tutti gli altri della rosa. Questo per non fare disparità. Se si vuole tornare alle regole, io stesso non posso trasgredirle, e quindi tutto avverrà quando partirà la squadra che prenderà parte al ritiro. Vi dico anche che quei due giorni li alla pintetina serviranno anche al nostro preparatore per fare tutti i test fisici possibili e immaginabili, proprio per partire col ritiro in montagna col piede giusto".

Oggi è arrivata l'archiviazione per Andrea Ranocchia, quanto è importante questa cosa per la tranquillità del ragazzo?
"Di sicuro per il ragazzo è una bella notizia, ma soprattutto è un patrimonio della società e quindi siamo tutti contenti di questo".

All'Inter potrebbe giocare con una difesa a tre come è sua abitudine? Come vede l'organico dell'Inter dell'anno scorso da questo punto di vista?
"Tenderei a non entrare troppo in quello che è successo l'anno scorso, tirerei una riga dritta e riparitrei da zero. Come ho fatto altre volte in altre squadre che ho allenato, non ho bisogno di punti di riferimento sull'anno prima e il rapporto con i giocatori della nuova squadra inizia nel momento in cui ci parliamo e ci guardiamo in faccia. Io sono abituato cosi quindi eviterei questo. Il mio modo di giocare? Ho dei meccanismi abbastanza consolidati che faccio digerire e cambiare nel giro di 15 giorni. E' chiaro: parto da un concetto di impostazione quando siamo in possesso di palla, di impostare con la difesa a 3, questo si è capito da sempre, poi nel tempo ho cambiato tante cose. Ad esempio, alla Reggina negli anni ho fatto il 3-5-1-1 quando c'era Nakamura con Bonazzoli davanti, in un altro anno di quei 3 ho fatto il 3-4-3 perchè mi sembrava che avessi giocatori piu congegnali a far quello, sempre in fase attiva. Poi per la fase passiva avete visto per esempio l'anno scorso a Napoli spesso ho fatto la difesa a 4, a seconda di quello che fa l'avversario, quindi ho dei meccanismi che non ridurrei nel dire 'gioca a 3'. L'importante è che i giocatori conoscano i codici, che glieli fai capire in allenamento e che recepiscano per non improvvisare durante la partita. Senza che i giocatori siano informati ho cambiato molto, perchè gli altri allenatori hanno studiato nel tempo il mio gioco, ho dovuto cambiare per essere imprevedibile".

Al di là del modulo, per lei sono sempre stati fondamentali gli esterni. Quelli che sono attualmente all'Inter possono soddisfarla?
"Sono giocatori tutti buoni sulla carta, con le caratteristiche per fare il mio gioco. Poi ripeto, le valutazioni esatte sarà il campo a darle. Senza fare troppo riferimento a quello che è successo l'anno scorso perchè è un anno anonimo, credo che già la rosa sia adeguata a fare un anno di livello. Se poi la squadra capisce i meccanismi, sposa i concetti e si allena in un certo modo, abbiamo giocatori tutti con le caratteristiche giuste. Ma certe valutazioni le farò solo alla società".

Che cosa pensa di Yuto Nagatomo?
"Ottimo giocatore a vederlo da avversario. Vale quanto detto prima, devo vederlo sul campo e saprò dire di piu. Ad esempio, se in base alle mie idee di gioco è in grado di fare quello che chiederò. È chiaro che è un ottimo giocatore".

Negli ultimi due anni l'Inter ha ottenuto risultati non in linea con il passato ed era stata data, tra le altre, la spiegazione che la rosa è un po' datata. Lei che cosa ne pensa?
"Vi dico un aneddoto, nella mia prima esperienza in C2 all'Acireale prendo in consegna la squadra e mi dicono che ci sono i vecchi e giovani che non vanno d'accordo. Io dico che i vecchi non possono giocare a calcio perchè non arrivano primi sulla palla, tutto dipende se un giocatore esperto è ancora in grado di allenarsi a certi livelli. Questo potrebbe esser valutato dopo, quello che hanno fatto certi giocatori 3 anni fa vincendo il triplete se, inconsciamente, hanno ancora la voglia di sacrificarsi. Il sacrificio ci vuole per fare uno sport di cosi alta competizione dove gli altri non regalano niente e vanno a mille all'ora. Vedremo strada facendo e credo di conoscere i tasti giusti per dare stimoli nuovi a certi giocatori se dovessero rimanere in questa rosa".

Ci sembra di capire che valuterà tante cose a Pinzolo, il mercato sarà bloccato sino a quando non farà certe valutazioni?
"Al di la' delle mie valutazioni, il mercato è figlio di tante cose, della linea programmata con la società. Sono allenatore e ogni allenatore vorrebbe avere i migliori giocatori del mondo.. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, bisogna vedere se la società te li prende  e se la squadra vende. Ecco perche deve esserci quello che fa il mercato".

C'è qualche giovane che desidera vedere sul campo? Ad esempio il blocco della difesa dell'Under 21 è tutto praticamente dell'Inter...
"Stiamo valutando, ieri siamo stati in riunione fino a mezzanotte. Sono arrivato ieri e staremo altri due giorni qui e faremo valutazioni insieme col mio gruppo e con la società. Valutazioni continue per cercare di essere, entro l'8 luglio, in qualche modo già preparati per fare certe cose. È prematuro chiedermi addirittura di tutti i giovani della Primavera. Voglio fare una considerazione di base: è difficile giocare con tanti giovani e farli crescere, sapendo che non hanno grande esperienza, quando si parla di top club come l'Inter o come lo è diventato in questi 4 anni il Napoli. Avere tanti giovani e arrivare allo stesso tempo nei primissimi posti non è semplice, ci vuole quello piu esperto che va a vincere la partita perchè il giovane magari fa delle ingenuità. A me piacciono i giovani: se, ad esempio, mi chiedete di fare 50 punti in un campionato facendo giocare solo giovanissimi, penso che potrei. Se mi chiedete di arrivare a competere con Juventus, Milan, Napoli, Lazio, Fiorentina, è diverso. Certe valutazioni vanno fatte con cognizione di causa".

Lei dà l'impressione di avere tanta grinta e cuore nelle cose che fa. Per lei quanto è importante la passione in una squadra?
"Importantissima, fondamentale. Per vincere le partite, in un calcio dove i valori sono livellati, conta mettere qualcosa oltre l'ostacolo. Quella componente emotiva che ognuno di noi ha dentro e, se non trovi la persona giusta, non la tiri fuori. Per prevalere sull'altro conta avere quella componente in più. Un allenatore, oltre ad avere credibilità in quanto preparato, deve stimolare e trasmettere il giusto aspetto caratteriale".

Nella sua testa ha dei punti fermi guardando la rosa dell'Inter?
"Punti fermi ogni allenatore ne ha ma non ve li dico, però ce li ho".


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