"VOGLIO UN'INTER TOSTA. VI PRESENTO IL MIO STAFF"

L'allenatore in conferenza: "I tifosi devono essere orgogliosi di vedere una squadra che non molla mai, che combatte con tutti, che vende cara la pell

APPIANO GENTILE - La prima conferenza di Walter Mazzarri da tecnico dell'Inter entra nel vivo, tantissime le domande dei giornalisti che affollano la sala stampa del centro sportivo "Angelo Moratti" di Appiano Gentile.

Inter.it vi propone la versione e integrale di quanto dichiarato dall'allenatore toscano.


Considerata l'ultima stagione dell'Inter, come pensa di muoversi con la rosa a disposizione?
"Prima di tutto sono un allenatore che ha il dovere, quando accetta un incarico, nel rispetto di tifosi e della società, di far rendere i giocatori che la società ha a disposizione. In dodici anni di carriera ho sempre fatto così. Credo, nel caso specifico, che la rosa dell'Inter non possa essere quella che ha finito nel campionato passato come risultati e come rendimento. I valori tecnici dei ragazzi che c'erano sono sicuramente superiori rispetto a quello che, purtroppo, hanno fatto l'anno scorso. Questo non per criticare o per dire qualcosa sugli altri, non so che cosa sia successo perché non c'ero. Ho grande rispetto di chi ha lavorato prima di me per l'Inter. Fatto sta che io ho il dovere, quando inizieranno gli allenamenti, di usare tutti i ragazzi che la società mi mette a disposizione dall'8 di luglio in poi. Dopo, in base a quello che dirà il campo e ai parametri dei quali ho parlato prima, comincerò a valutare tutte le situazioni. Mi riferisco allo spirito di sacrificio, al lavoro che è sacro, alla sopportazione al lavoro e alla fatica, tutte cose che voglio vedere in ritiro e che relazionerò alla società come ho sempre fatto. poi voi saprete eventuali decisioni di mercato che farà la società".

Negli ultimi giorni il suo ex presiedente l'ha spesso nominata ricorrendo anche a metafore un po' colorite. Desidera risponderle?
"Il presidente a volte usa fare battute. A volte gli vengono bene, a volto un pò meno. A Napoli ho passato quattro anni bellissimi: io ho fatto tanto per il club e per me stesso e ho ricevuto anche tanto. E' stato un bel matrimonio e, come tutti matrimoni, c'è un 'inizio e ci può essere una fine. Ci può essere una fine se mancano gli stimoli dopo tanti anni, me l'ha detto anche Fabio Capello. Ho reputato che era il momento di andare via. L'unica cosa che non vorrei mai sentire dire è la parola tradimento. Non la accetto, anche se fosse stata detta con cognizione di causa, perché credo di aver fatto molto bene a lui, alla società e a tutta Napoli. Sono andato via per i motivi dei quali ho parlato e non voglio tornarci sopra, quindi niente polemiche e pensiamo al futuro".

Come ha trovato Massimo Moratti. Che impressione le ha fatto in un momento non facile per l'Inter?

"L'incontro, sinceramente, è stato positivo e basta. L'avevo visto solo in televisione e non avevo mai avuto il piacere di parlarci, ho avuto una grande impressione. Quello che penso credo lo pensino un po' tutti: è un signore nel modo di fare, di comportarsi e nel parlare. Ho saputo da voi e da altri organi della società che anche lui ha avuto una buona impressione. Gli ho detto quali erano i miei intendimenti, era molto deciso a prendere un tecnico con le mie caratteristiche. Mi ha spiegato perché mi ha preso, perché mi ha voluto. Sono contento perché, quello che lui vuole, penso di saperlo fare. Non credo di dover aggiungere altro".


Avrà già un obiettivo prefissato quest'Inter. E' possibile tornare subito a vincere?
"Mi verrebbe da dire che l'Inter ha il dovere di tornare a essere competitiva per il blasone e per la storia che ha, per quello che è successo soli tre anni fa. Essere competitivo è una parola abbastanza ampia. Intanto i tifosi devono essere orgogliosi di vedere una squadra che non molla mai, che combatte con tutti, che vende cara la pelle. Questo è il primo obiettivo che voglio vedere. Credo, e questo è un mio pensiero, che attraverso il gioco e le prestazioni arriveranno i risultati. Il calcio non è una scienza esatta, ma ha bisogno delle scienze. Più ci avviciniamo alla perfezione nel lavoro, più c'è la possibilità di fare risultati. Si può perdere qualche partita, magari giocando bene, ma a gioco lungo dovrebbero venire i risultati. In questo momento il tifoso interista penso voglia vedere una squadra vera, una squadra tosta che se la gioca con tutti su ogni campo e, soprattutto, che ritorni a vincere nel proprio stadio viste le statistiche dell'anno scorso. Si deve cercare di limitare queste sconfitte, cosa che lo scorso anno è stata un pochino più evidente".


Che cosa le ha detto Massimo Moratti? Ci dice perché ha scelto lei?
"Il prossimo anno sarà il decimo che alleno in Serie A. Credo che un presidente come Moratti sappia come lavori Mazzarri sul campo, credo si sia informato senza bisogno che glielo dica io. In più credo di essere un allenatore che sia un po' accentratore, sono il punto di riferimento principale degli altri collaboratori che la società mi mette a disposizione. Il presidente ha detto che voleva un allenatore di personalità e io credo di averla. Sono un tecnico al quale piace assumersi tutte le responsabilità: della preparazione fisica, del reparto sanitario, e delle altre componenti dell'azienda. Ho avuto la netta sensazione che il presidente cercasse queste caratteristiche in un allenatore. Ripeto: credo di avere le caratteristiche ideali per fare tutto ciò".


Lei ha uno staff di collaboratori molto importante, ci può dire qualcosa su di loro?

"Rimarrà con me Giuseppe Baresi che conoscete tutti, lui è un volto storico di questo club, è una bandiera per tutti. Potrà aiutarmi a inserirmi al meglio, l'ho voluto al mio fianco  per capire anche certi aspetti di questa società. Lui rimarrà e sarà uno dei miei collaboratori. Poi ci sono quelli che mi hanno accompagnato nella carriera di tutti questi anni. Il primo è Pondrelli, preparatore atletico, che è con me da quando ho iniziato a fare l'allenatore addirittura nel Bologna. Lui è stato sempre con me e, grazie a Dio, i risultati ci hanno confortato e le nostre squadre non hanno mai avuto cedimenti atletici. Magari hanno avuto piccoli momenti così, ma le squadre hanno corso e sono sempre state in salute. Il secondo sarà Frustalupi: mi aiuterà nei cambi e nelle organizzazioni di campo. Poi abbiamo Luca Vigiani, un collaboratore tecnico sul campo che aiuterà me e Frustalupi. Papale è il preparatore dei portieri, da quando l'ho conosciuto ad Acireale è stato con me tutta la carriera con ottimi risultati sui portieri che ha allenato. Questo è il mio staff di campo. Poi abbiamo Concina e Nitti, persone esterne, osservatori che non appariranno sui campi di Appiano Gentile. Con Branca e Ausilio stiamo valutando altre persone, ma queste cose le vedremo. Lo staff importante, atto a far rendere la squadra, è questo. Mi stavo scordando una persona, una figura importantissima. Giuseppe Santoro, un consulente tecnico che mi aiuterà ad essere in contatto con la stampa e, soprattutto, con Branca e Ausilio. Mi darà una grossa mano a 360 gradi".


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