BRANCA A SS24: "IL MERCATO, QUESTIONE DI ATTIMI"

"Situazioni economiche, emergenze, investimenti e sacrifici: in ogni trattativa c'è tutto questo"

APPIANO GENTILE - www.inter.it vi propone la seconda parte dell'intervista esclusiva realizzata da Andrea Paventi al direttore tecnico Marco Branca per Sky Sport 24.

Andrea Ranocchia sembra il difensore più positivo in questo inizio di stagione: quest'estate era un giocatore che poteva finire sul mercato? 

"Ci sono due modi per rispondere a questa domanda: dire subito no oppure spiegarla meglio. Non c'è mai stato nulla e Andrea per primo ha sempre detto che, lo scorso anno, non ha reso come avrebbe dovuto. Non c'è mai stata nessuna volontà da parte nostra di metterlo sul mercato perchè quando si fanno delle scelte bisogna essere sicuri del valore di questo giocatore e poi dopo, se c'è qualcosa che non va per cui questo giocatore non rende, bisogna avere l'umiltà di capire il perchè. Noi questa umiltà ce l'abbiamo da sempre, fortunatamente ce l'ha avuta anche lui e quindi collaborando stiamo ri-raggiungendo quello che è il livello di Andrea".


Parliamo di due operazioni che non sono andate in porto: perchè Lavezzi e Lucas oggi non sono giocatori dell'Inter?

"Per un motivo molto semplice: perchè con le nostre capacità siamo partiti prima degli altri, nettamente prima degli altri, nel corso d'opera - proprio parlando di attimi - dico che questi devono incastrarsi necessariamente in certi tempi di mercato perchè la prima cosa che mi permetto di dire a chi commenta questo sport, che ci piace parecchio, è che in sede di commento non ci si può dimenticare della situazione economica generale a seconda del momento. Quindi, noi siamo partiti prima degli altri, ma sempre prima degli altri ci siamo resi conto che non si incastravano certi cambiamenti perchè io non le chiamo vendite, la nostra società ha venduto della gente come Maicon e Julio Cesar che hanno fatto parte della nostra storia perchè entrambi li ho presi e venduti io tecnicamente. Sono cose che non fanno piacere, ma sono cose che a un certo punto della storia del club e anche del calciatore, per certi stimoli che devono essere sempre rinverditi, bisogna fare. Detto questo, gli attimi non consentivano in quel momento di prendere delle decisioni senza un certo tipo di copertura economica e li abbiamo lasciati stare, anche perchè nessuno in Italia può essere in competizione con certi prezzi che possono essere decisi da quattro o cinque club nel mondo".


Secondo Marco Branca sono passate un po' troppo in silenzio, o comunque poco valorizzate, operazioni come quelle fatte con Fredy Guarin e l'acquisto di Alvaro Pereira? Sull'uruguaiano, forse, si può raccontare anche qualche particolare in più perchè prima della chiusura della trattativa, ci sono stati due giorni nei quali Branca è stato praticamente in casa del presidente del Porto...

"Durante la mia permanenza c'erano tre squadre, due dall'Inghilterra e una dalla Germania, che pagavano praticamente più di noi. La chiave dell'operazione? Il mio club mi piace perchè ha una certa filosofia, che non è quella del ricordare i titoli o altre cose perchè non mi sentirete mai dire che io sono quello più vincente di tutti i dirigenti della storia dell'Inter o non mi sentirete mai dire che noi abbiamo vinto questo, quello e quall'altro. C'è una filosofia che pensa al bene della squadra in assoluta onestà intellettuale e anche pratica. Sono state delle operazioni ben fatte, al massimo del risparmio possibile e siamo tutti convinti di giocatori che possono difendere i nostri colori bene, per come le ho fatte sono cose mie, devo però anche ringraziare veramente - per l'atmosfera, non tanto per come è finita più o meno a vantaggio di uno o dell'altro - il presidente del Porto perchè già nella prima trattativa abbiamo risparmiato ulteriormente, ma perchè probabilmente sono quelle situazioni nelle quali s'instaura un feeling particolare con un riconoscimento fra due club che anche nella conduzioni della storia sono in sintonia".


Per quello che è il mercato attuale, oggi fossero dell'Inter, Mattia Destro e Mario Balotelli partirebbero mai?

"Anche li sono momenti perchè, per esempio, Mario è partito dopo la vittoria del triplete e già li avremmo dovuto iniziare un certo tipo di discorso economico, che non è che iniziato da un anno o due anni, ma probabilmente anche da prima, solo che prima per l'amore, la passione e per l'affetto sono state fatte delle spese che non sono mai state coperte, come è per la maggior parte dei nostri club. Quindi, dal punto di vista della programmazione, ci puoi pensare, ma se poi dopo, il mercato in quel determinato momento ti offre solo quella possibilità di poter monetizzare qualcosa, devi fare sempre dei piccoli sacrifici. La stessa cosa per Destro, che noi abbiamo dovuto cedere in una situazione di emergenza difensiva perchè Samuel si era fatto male e avevamo la necessità di fare un investimento su un giovane italiano, forte, anche per il nostro futuro e quindi per abbassare certi costi, per prendere Andrea Ranocchia, abbiamo dovuto sacrificare Destro che era nella nostra Primavera. Sono cose molto semplici".

Come ha interpretato Marco Branca la frase detta ieri dal presidente Moratti a proposito della tripletta realizzata alla prima uscita con il Milan, da Giampaolo Pazzini ("Certo noi non è che ci siamo fatti una bella pubblicità").

"Io credo di aver detto qualcosa di simile senza pensare per noi perchè io sono dell'idea che quando si prendono delle decisioni si possono commentare per un giorno, cioè per il giorno dopo, ma poi bisogna essere convinti di quello che si fa. Una volta che ho detto che è stata una scelta tecnica da parte dell'Inter e da parte del Milan, credo debba finire lì".

Gennaio sarà il mese di Paulinho?

"Non abbiamo deciso niente, non abbiamo preso nessun tipo di accordo. Abbiamo pensato a fare il meglio per questa sessione, ora abbiamo tante partite da giocare, dobbiamo trarne tutti delle indicazioni per il proseguio sia del campionato che della coppa. Dopo di che, sempre tornando al fatto degli attimi, vedermo che attimi ci saranno da gennaio".

Ma è un giocatore che marcate a zona o a uomo per gennaio?

"No, a zona ormai, ci piace il gioco moderno".

Quest'Inter, per come è stata costruita, dove può arrivare? In fondo a tutte le competizioni?

"Quando si è nell'Inter si ha una piacevole condanna: tentare di essere sempre nelle prime posizioni, per essere in linea generale. L'intento è avere la mentalità di combattere per essere primi. Questo è l'intento, poi dopo c'è chiaramente il verdetto del campo, che deve dire la sua".



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