CASSANO: "QUANDO LA TESTA MI FUMAVA..."

"Ne ho fatte tante... Ha fatto bene l'Inter a non prendermi prima, anche se Moratti aveva un debole"

APPIANO GENTILE - Antonio Cassano sotto i riflettori, oggi il palcoscenico è tutto suo. Si racconta e racconta di come si è compiuto il sogno Inter. Ma non solo. Ammette anche che qualche raccomandazione il presidente Massimo Moratti gliel'ha fatta: "Sì, è vero, me ne ha fatte. Mi vuole bene, il presidente per me ha sempre avuto un debole, dai tempi di Mancini, ma siccome ero un pazzo scatenato era giusto che non mi prendessero allora, la testa mi fumava, adesso sono più tranquillo e calmo. Il presidente mi ha abbracciato l'altro giorno, sono contento, è stato bello".

A Cassano viene poi chiesto conto della velocità con cui è stato effettuato lo scambio con Giampaolo Pazzini: "Questo lo pensate voi che lo scambio è stato fatto velocemente. Questi signori qua (indica Branca e Ausilio, ndr) lavoravano già da tanto tempo. Loro mi avevano detto di mantenere tutto tra di noi, quando si fanno troppe chiacchiere alla fine non si fa mai niente".

Inevitabile una domanda sul rapporto con Andrea Stramaccioni e sulla famosa imitazione: "Conosco il mister da quando allenava i ragazzini della Roma. A lui piacciono i giocatori estrosi. Gli ho detto che gli farò godere solo del genio, non della sregolatezza... (sorride, ndr). Di Stramaccioni parlano tutti bene, ora lo posso dire, con la mia voce, non con la sua con la quale mi prendeva in giro!".

Antonio parla poi di come gli sia cambiata la vita dopo aver avuto problemi di salute: "La vita, a quel punto, la vedi in modo diverso, è così quando stai tra la vita e la morte. Adesso apprezzo anche le piccole cose. Penso a mio figlio, a mia moglie, ma non mi va neanche di toccare questo tasto, sono stato tanto male".

Si ritorna poi a parlare del Cassano di un tempo: "E' normale che prima facessi tanti errori, ho sbagliato tanto, è vero, ora magari sbaglierò ancora ma di meno. Ma ora ho davanti uomini che mi parlano chiaro. Marco e Piero mi hanno detto: 'La situazione è questa, se ti va bene è così ok, se no vai fuori'. Da altre parti c'era invece chi parlava solo con chi andava a lui, non con me. Ci ha guadagnato in questo scambio? Ci guadagna più l'Inter, chi vuoi che ci guadagni? L'Inter".

Ma quali le ragioni dell'amarezza di Cassano: "Se ho parlato così perché Galliani parlava di prolungamento del contratto e poi non se ne è fatto niente? Si era parlato... solo parlato però... Comunque chiedetelo a lui, che è bravo a girare le carte in tavola, c'è chi va d'accordo solo con la gente che lecca... Era sempre un 'domani domani...'. E poi al Milan sono andati via due miei amici. Quindi, prima le promesse mancate, poi Thiago e Ibra, due insostituibili che sono andati via. Già durante gli Europei avevo parlato con l'allenatore, io mandavo i messaggi a lui e lui li mandava a Galliani... La realtà dei fatti è che per l'allenatore contavo come il due di coppe con briscola a bastoni, ero la 5^, 6^, 7^ punta, mi diceva che non mi poteva promettere niente, l'aria non era buona, dovevo cambiare".


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