RANIERI: "UN DERBY D'ITALIA DA INTER"

Le prime parole dell'allenatore nerazzurro in conferenza stampa alla viglia della partita di Torino

APPIANO GENTILE - Claudio Ranieri ritorna a Torino. Lo fa alla guida dell'Inter per affrontare i bianconeri nel nuovo stadio a 10 partite dalla fine del campionato 2011-2012 e con una situazione in classifica che vede le due squadre staccate di 15 punti. "In questa situazione - spiega l'allenatore nerazzurro durante la conferenza stampa della vigilia -, non è importante per noi quanto lo è per loro. E' un derby, lo so, sono stato dall'altra parte e so che cosa significa questa partita, ma a rischiare di più è la Juventus perchè, perdendo, vedrebbero allontanarsi sempre di più il Milan e inoltre hanno il timore che l'Inter possa essere la prima squadra a batterla in casa, facendoli perdere la prima partita".

Giocare liberi senza avere nulla da perdere, questo Ranieri se lo augura perchè "nelle ultime partite siamo stati un attimo più leggeri rispetto a prima, siamo riusciti a vincere o a pareggiare. Ora siamo pronti ad affrontare questa Juventus, una squadra che sta facendo molto bene. Ma non è del tutto vero che noi non abbiamo nulla da perdere: le grandi gare sono sempre da vincere, è chiaro che rischiano più loro, ma è anche vero che avrei preferito essere io al loro posto. Come ha detto il presidente Moratti speriamo che quella di domani possa essere la gara che dà la scintilla per far bene sino alla fine".

Mettere a confronto il secondo posto di Claudio Ranieri alla guida della Juventus e quello attuale di Antonio Conte porta l'allenatore nerazzurro a più ampi discorsi. "Presi una squadra che veniva dalla serie B, una squadra senza tanti campioni, adesso sono passati 4 o 5 anni nei quali è cambiato tutto, si sta costruendo un nuovo progetto, è cambiata totalmente la filosofia e soprattutto il badget, che prima era molto stretto. Non faccio differenze sul peso specifico, c'era una ristrutturazione programmata in cinque anni e credo che il lavoro sia stato fatto bene, con un terzo posto nella prima stagione e un secondo nella seconda. Dispiaciuto per non aver continuato a Torino? Ognuno di noi ha un suo karma, una sua storia, io dove sono andato ho sempre ricostruito, ma a compromessi non sono mai sceso e posso sempre guardare tutti negli occhi. Si dovevano scegliere i giocatori in tre, nel momento nel quale io sono stato escluso dalle decisioni, sono andato via".

Tra pochi minuti le altre dichiarazioni dell'allenatore nerazzurro alla vigilia di Juventus-Inter.


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