APPIANO GENTILE - Giampaolo Pazzini non si arrende: non lo fa lui e non hanno intenzione di farlo nemmeno i suoi compagni. I nerazzurri si apprestano così ad affrontare la Juventus con rinnovata grinta, supportati - come sempre - dal presidente nerazzurro Massimo Moratti, come sottolinea l'attaccante ai microfoni di Mediaset, nell'intervista in onda a Studio Sport: "Io credo che il presidente sia sempre stato vicino alla squadra, vicino a ognuno di noi: è una fortuna avere un presidente come lui, perché ci spinge sempre, ci sprona, ci fa sentire sempre la sua fiducia. Per una squadra avere un presidente così è importante. Se ci ha ricordato l'importanza della gara di domenica contro una rivale che viene sentita tantissimo? Ma non c'è bisogno che ce lo dica il presidente, sappiamo che è una partita molto importante, molto sentita. Sono successe tante cose negli ultimi anni, quindi... Comunque, sicuramente sono loro che hanno più da perdere, perché si stanno giocando lo scudetto, ma noi vogliamo cercare di fare bene, fare una prova di orgoglio, che questa squadra può fare. La Juve ora sta molto bene, fisicamente corre molto, si vede che è un gruppo forte, un gruppo unito, sta facendo un grande campionato, ma noi potenzialmente possiamo fare bene, sta a noi, bisogna scendere in campo con un piglio diverso rispetto alle ultime giornate".
Con Pazzini si ritorna poi sull'argomento Champions League, in particolare all'attaccante viene fatto notare il suo ritorno al gol proprio in occasione della gara contro il Marsiglia. Un sorriso amaro sbuca sul volto di Giampaolo: "Non l'ho nemmeno considerato come ritorno al gol perché è stata una serata triste per noi, ci tenevamo molto alla Champions, per cui non l'ho nemmeno considerato. Ho passato sicuramente momenti migliori ma nel calcio capitano questi periodi, sono sereno per quanto possibile, anche se la situazione ovviamente non piace a me e non piace ai miei compagni, è difficile ma dobbiamo avere la personalità, la forza e il carattere per cercare di ripartire".
Il pensiero corre poi alla classifica e a un obiettivo che è quello del terzo posto: un traguardo da considerarsi raggiungibile? "Finché l'aritmetica non ci condanna, perché non crederci... però prima di guardare quelli davanti dobbiamo guardare a noi stessi, se non vinciamo è inutile fare conteggi".