MILANO - "Diventerò noioso a ripeterlo, ma c'è da dire che - anche questa volta - alla prima occasione veniamo colpiti e poi veniamo un po' meno proprio in termini di determinazione. Avevamo iniziato la partita bene nei primi 15 minuti, poi al primo contropiede il Catania ha trovato il gol e siamo andati in difficoltà. Per fortuna nello spogliatoio ho dei campioni, si sono guardati negli occhi e hanno saputo reagire". Claudio Ranieri analizza ai microfoni di Sky Sport il match giocato questa sera al "Meazza", una partita condotta in rimonta, ma soprattutto con tanta forza, quella mentale, di un gruppo, che ha portato i nerazzurri a ribaltare una situazione scomoda.
Un pareggio, un punto, ma capace forse di iniziare ad allontanare le nuvole dal futuro nerazzurro di Claudio Ranieri, che però precisa: "Non è che le nuvole incombono solo sull'allenatore, ma incombono su tutta l'Inter. Il presidente Moratti è stato chiaro, siamo tutti chiamati in causa e a me non interessa di Ranieri, io cerco di fare il meglio per la squadra. Quella di stasera è stata una risposta molto importante, siamo tornati al gol, ma non finisce qui: questa è una squadra che non si arrende e continueremo a lottare. Quella di oggi è stata una partita molto particolare. Forlan terzino? Non glielo chiederò sempre, lui è una prima, una seconda punta, ma io l'ho già detto: metterò sempre in campo coloro che considero essere i migliori. Oggi ha giocato in una nuova posizione, era la prima volta e farà sempre meglio".
Da Forlan a Sneijder, schierato da Ranieri in campo dopo l'intervallo. "Noi esaltiamo o buttiamo giù Wesley - spiega l'allenatore -, è normale parlare di lui nel bene o nel male, ma bisogna considerare che si sta ritrovando solo adesso dopo un girone di andata nel quale non ha avuto modo di esprimersi come avrebbe potuto".
Se durante i 90 minuti, soprattutto sullo 0-2, Ranieri abbia mai desiderato di essere lontano da quella panchina, è lo stesso allenatore a chiarirlo: "Mai, perchè avrei dovuto pensare di essere il più lontano possibile dalla mia panchina? Sicuramente, ho provato sensazioni intense, ma ma non è che uno scappa dalle difficoltà, l'allenatore è accanto alla squadra, nel bene e nel male".
Un gioco che c'è, una testa che forse a volte manca: "E' l'insieme ad essere importante - ribadisce Ranieri -, soprattutto la testa perchè nel calcio ci sono dei momenti nei quali tutto ti sembra buio. I ragazzi sono stati meravigliosi, perchè sul 2-0 hanno avuto un grosso moto di orgoglio, per questa maglia e hanno dato tutto quello che avevano per ribaltare la situazione".
Ranieri continua poi spiegando la sua richiesta al momento dell'arrivo sulla panchina dell'Inter di un anno in più di contratto. "Io io e il presidente sapevamo che questo sarebbe stata una stagione particolare dopo quelle precedenti, ricche di successi. Mi hanno proposto i due anni, io sono stato molto felice, ora vediamo, ma io spero di restare qui il più a lungo possibile, anche se è vero che noi siamo come i mariti, sempre gli ultimi a sapere, ma sento di avere la fiducia del presidente e continuo a pensare solo a fare il mio lavoro. Se si può ancora sperare nel terzo posto? Adesso noi dobbiamo pensare alla vittoria per rimetterci in carreggiata, solo a questo".
Ai microfoni di Mediaset Premium, l'allenatore nerazzurro prosegue spiegando che "dopo il primo tempo era difficile, i giocatori hanno tirato fuori l'orgoglio nella sofferenza. Perso per perso, hanno tirato fuori l'amore per la maglia, hanno ricevuto tanto dall'Inter e all'Inter hanno dato tanto. A Ranieri si possono dire tante cose, ma non che le provo tutte. Nell'intervallo ho pensato solo a raddrizzare la baracca e i ragazzi sono stati fantastici. Non mi preoccupo delle voci sul mio futuro, sono italiano, so dove vivo".
Domande a raffica per Claudio Ranieri, sul futuro di Andrè Villa Boas per esempio, esonerato nel pomeriggio di oggi dal Chelsea ("adesso è anche libero, si è liberato prima di me..."), e sul mercato: "Reperire un esterno a gennaio per il 4.4.2? Non mi piace parlare di quello che poteva essere, preferisco avere il meglio da ciò che ho. Dopo il 2-0 del primo tempo bisogna esesre positivi, abbiamo reagito, siamo tornati a segnare, guardiamo il bicchiere mezzo pieno e poi cerchiamo di riempire quello vuoto. Striscione contro la società? Dispiace che una club e un presidente che hanno dato tanto e vinto tanto vengano criticati nella prima stagione no, ma dobbiamo essere più forti anche di questo, dobbiamo accettare i fischi e gli applausi. Quest'anno siamo chiamati a giocare contro tutto e contro tutti, è una sfida, anche personale, per il bene dell'Inter e la dobbiamo accettare".
Infine, a Rai Sport: "Oltre al coraggio abbiamo tirato fuori l'unione dello spogliatoio e non a caso questo spogliatoio ha vinto tutto, proprio perchè sa reagire a tutte le avversità. Il 2-0 avrebbe potuto uccidere l'Inter, invece siamo ancora vivi. Nell'intervallo, perso per perso, i ragazzi hanno dato tutto quello che potevano dare alla maglia che onorano sempre. I danni al mio cuore? Bisognerebbe fare un controllo... (ndr.:sorride) Alla fine del primo tempo non mi sono sentito in partenza, mai nella mia carriera, sono sempre stato concentrato ed ero concentrato, anche stasera, solo su come aiutare la squadra a reagire. E la reazione mi è piaciuta moltissimo".