<p><strong>MILANO</strong> - C'è chi si è fermato, trovando la solidarietà di compagni e avversari. C'è chi l'ha detto chiaro e tondo: "Non vedo l'ora di smettere per non aver più a che fare con tutto questo". C'è chi si è schierato apertamente, scrivendo pagine che nemmeno i più coraggiosi avrebbero pensato di mettere per iscritto. C'è chi ha risposto sul campo, zittendo tutti con magie e gol.</p> <p>E poi ci siamo noi, l'<strong>FC Internazionale Milano</strong>. Ci siamo noi che dal 1908 siamo <strong>Fratelli del Mondo</strong>. Ci siamo noi che con la campagna <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ZDk4ygx-lN0" target="_blank">BUU, Brothers Universally United</a> - fratelli universalmente uniti, abbiamo preso una posizione forte, netta, contro ogni forma di razzismo, contro ogni discriminazione.</p> <p>Perché purtroppo la fiammella del razzismo ogni tanto si riaccende. Negli stadi e nei palazzetti, sulle tribune e in campo. È successo più di una volta in questi giorni, su vari campi, in Europa e oltre Oceano, durante match di calcio e di basket. Russell Westbrook, stella degli Oklahoma City Thunders, il mese scorso è stato a lungo insultato mentre sfidava gli Utah Jazz. Ed è stato allora Kyle Korver, che gioca proprio nei Jazz, a raccontare come nel basket, ma non solo, il muro debba per forza di cose cadere. E la spinta debba venire da tutti.</p> <p>È successo poi sui campi di calcio: in Ligue1 Prince Gouano ha chiesto e ottenuto l'interruzione di un match. Danny Rose, del Tottenham, ha manifestato tutto il suo disagio per i continui ululati che vengono riservati a lui e ai suoi compagni. È stato, tra gli altri, Raheem Sterling (Manchester City) a mettere un punto fermo sulla questione: "Non esistono buone scuse per essere razzisti". Si è arrivati fino ai cori nei bar inglesi, con le posizioni ufficiali di Liverpool e Chelsea nel condannare all'unanimità i comportamenti, spazzati via poi dal gol con cui Mohamed Salah si è tolto di dosso una settimana di insulti beceri. <strong>La risposta più bella</strong>. Anche la Fifa è scesa in campo, con le parole del suo presidente Gianni Infantino: "Il razzismo non trova spazio nel calcio. Tutto questo non deve essere minimamente accettabile. Va sradicata ogni forma di discriminazione".</p> <p>L'Inter è in prima linea. È un impegno che ci siamo presi <strong>da sempre</strong>, davanti a tutta la comunità. È nella nostra storia, è la nostra indole. Abbiamo trasformato i buu in BUU, Brothers Universally United. Lo ha detto il nostro presidente, <strong>Steven Zhang</strong>: "I nostri tifosi sono speciali e meritano un calcio che sia portatore di valori positivi e inclusivi". Abbiamo riempito San Siro con 10mila bambini per dare un segnale forte. Noi ci siamo, contro il razzismo, contro le discriminazioni.</p> <p>Non lo diciamo, lo scriviamo: <strong>BUU! Write it, don't say it.</strong></p> <p> </p> <p style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/ZDk4ygx-lN0?rel=0" width="640"></iframe></p>
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