<p>RIO DE JANEIRO - I campi di Rio sono delle comunità nelle comunità. Ce ne sono in sabbia, in terra, di cemento o sintetici. Per accedervi si superano controlli ufficiosi al limite della favela e si percorrono via strette, tra case di mattoni e cavi elettrici aggrovigliati. Tutto scorre in un'apparente normalità caotica, con musica alta sempre accesa nei bar.</p> <p>Nei giorni dell'allenamento, però, la comunità si veste di nerazzurro, ritrovando l'ordine in una macchia di colore. Bambini a piedi, in bici o in moto coi genitori superano la nostra macchina per arrivare primi al terreno di gioco, tutti rigorosamente con indosso la maglia dell'Inter. Sembrano puntini convergenti verso un punto di gravità sicuro: il campo, appunto.</p> <p>Qui non solo si imparano regole, ma ci si diverte giocando. Si conversa. Tutti per qualche ora impegnati a fare sport, lontano, si fa per dire, dai pericoli della strada. Lo sanno i bimbi, che no perdono un allenamento, ma anche i genitori, sempre presenti al nostro fianco per il futuro dei loro figli.</p>
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