<p><strong>MILANO</strong> - Elettrico ed elettrizzante, nella categoria dei giocatori che possono aver segnato uno o cento gol ma che i tifosi non dimenticheranno mai. Dedizione, impegno, sudore e lotta per la maglia nerazzurra. Ivan Zamorano è un pezzo di storia interista. Non solo per quell'1+8 diventato marchio di fabbrica. Ma anche per i gol di rapina, gli scatti violenti, i duetti con il Fenomeno. </p> <p>Ancora oggi vediamo Ivan esultare come ai vecchi tempi: prima in campo, ora sugli spalti. Un legame indissolubile, sigillato per sempre dalla notte del 6 maggio 1998, Parigi, la Coppa Uefa contro la Lazio: "Prima del match eravamo carichissimi, era la nostra rivincita. L'anno prima la sconfitta in finale con lo Schalke era stata dolorosissima. Abbiamo avuto una seconda possibilità e non potevamo fallire. Non dimentico nulla di quella sera: il mio gol in avvio, la giocata con cui mandai al tiro Zanetti, il gol del Fenomeno. Fu una notte perfetta, portammo a casa una Coppa meravigliosa. La gente ancora oggi ricorda tutto con una passione incredibile".</p> <p>Attaccante esplosivo, non è semplice trovare oggi un erede di Zamorano, uno che abbia le stesse caratteristiche: "È sempre difficile paragonare un giocatore del passato con uno attuale, ci sono sempre differenze. Però nell'Inter c'è un calciatore che, pur giovane, mette sul campo la stessa grinta, forza e voglia di giocare che avevo io. Ed è il capitano, Mauro Icardi".</p>
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