<p><strong>MILANO</strong> - Ah, come calcia Ruben Sosa. Nel Manuale del calcio a pagina 321 trovate la sua foto sotto la definizione: botta da fuori. Ma Ruben Sosa, talento incredibile e personalità unica, ci tiene a ricordare alcune cose. Il suo amore per l'Inter, per cominciare "la squadra più forte in cui ho giocato. Mi sentivo tutt'uno con i tifosi e forse per quello che sono rimasto ancora affezionato a questi bellissimi colori".</p> <p>E quelle punizioni, capolavori balistici indelebili: "Il segreto? La verità è che a me piaceva tantissimo allenarmi. Restavo ad Appiano a calciare, calciare, calciare. Guardavo anche gli altri, come mettevano la palla: Enzo Francescoli, per esempio, era bravissimo e in Nazionale facevamo gare su gare. Quando il pallone era sui 30-35 metri, era la mia posizione preferita. Me lo facevo toccare e calciavo fortissimo. Boom".</p> <p>Da specialista, tocca a Ruben stilare la classifica dei tre giocatori che avevano qualcosa in più nel calciare da fermo: "Metto Maradona, Roberto Carlos e Roberto Baggio. Diego aveva le mani al posto dei piedi, era incredibile. Se non faceva gol prendeva la traversa. Roberto Carlos aveva un modo di calciare potente e preciso. E Baggio, beh, lui la pennellava dove voleva, sul serio. Tutti e tre divini".</p>
English version Versión Española 日本語版 Versi Bahasa Indonesia 中文版