Grazie al nostro partner ANERA - ONG attiva da 30 anni sul territorio - siamo riusciti ad arrivare anche qui, dove le alte palazzine oscurano i vicoli stretti e dove i cavi della corrente e quelli dell'acqua si intrecciano formando una grande ragnatela sospesa a pochi centimetri dalle teste dei passanti.
Persa tra i vicoli di Shatila vi è la sede di Ahlam Laje ('Sogni di un rifugiato'), l'associazione locale del campo profughi che è impegnata direttamente, assieme al nostro staff sul campetto Al Siraj con gli 80 bambini e bambine che fanno parte del progetto.
Durante la settimana di missione il nostro staff tecnico composto da Lubes e Redaelli ha tenuto il corso di formazione agli allenatori locali Othman, Bilal, Khalil, Habib, Issa e Mohamed, tutti volontari nati e cresciuti a Shatila, appassionati di calcio e con il desiderio di rendersi utili ai più piccoli.
Nonostante il caldo asfissiante i bambini e le bambine hanno partecipato con grande gioia e intensità agli allenamenti, tutti indossando con fierezza la maglia nerazzurra: 'Da quando ho questa maglia scelgo sempre l'Inter ai videogiochi!' mi racconta con orgoglio il piccolo Omar, che in poche parole esprime proprio quel senso di appartenenza di noi fratelli del mondo.
Abbiamo avuto modo di constatare, parlando con le mamme, quanto questo progetto stia stimolando le bimbe di Shatila che si sono appassionate al calcio e che finalmente possono, alla pari dei maschi, entrare in campo e fare gol.
In un contesto come quello di Shatila in cui delinquenza e violenza la fanno da padrone, la presenza di Inter Campus rappresenta una finestra importante di divertimento, crescita e sicurezza per i bambini che, per tre ore alla settimana, possono svolgere il loro vero lavoro: giocare.
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