BIANCHI: "LA MIA INTER DEI RECORD, UNA SQUADRA CHE NON SI ARRENDEVA MAI"

L'ex centrocampista ospite di Memorabilia: "Quando Trapattoni mi chiamò, pensai fosse uno scherzo. E quel gol che segnai a Walter Zenga..."

APPIANO GENTILE - Dalle prime cavalcate sulla fascia destra col Cesena ai grandi successi con l'Inter, Alessandro Bianchi si racconta ai microfoni di Memorabilia su Inter Channel: "Ricordo che ricevetti una telefonata a casa, mia madre rispose e mi disse che c'era Trapattoni in linea. Io pensavo fosse uno scherzo di un mio amico, poi ho riconosciuto la sua voce. Voleva avermi con lui e mi convinse definitivamente ad andare all'Inter".

Alla prima stagione in nerazzurro, fu subito Scudetto dei Record: "Brehme, Matthaus, Diaz, Berti e io arrivammo tutti assieme, servì un po' di tempo per trovare la giusta intesa ma quella era una squadra orgogliosa, che non si arrendeva mai. C'era un gruppo solido con tanti leader come Zenga, Bergomi e Baresi che già da anni erano all'Inter: ci aiutarono tantissimo ad integrarci, anche per minime cose come trovare casa. Era una squadra con giocatori di carattere e personalità, in tutti i ruoli".

La certezza matematica del Tricolore arrivò grazie alla vittoria interna contro il Napoli: "Trapattoni scelse di partire con un centrocampista più difensivo, quindi iniziai dalla panchina. Nel secondo tempo entrai, magari portai quel pizzico di fortuna in più e vincemmo la partita in rimonta, ottenendo lo Scudetto con un mese di anticipo. Nelle gare successive non abbiamo mollato perché, quando vinci, la voglia di vincere aumenta ancora".

Oltre allo Scudetto, Bianchi ricorda le due Coppe Uefa vinte in nerazzurro: "Ho disputato tante belle partite con questa maglia ma la vittoria contro l'Aston Villa è quella che ricordo in assoluto più volentieri".

Uno delle reti più spettacolari con la maglia dell'Inter Bianchi l'ha realizzata contro la Sampdoria: "Probabilmente il mio gol più bello in nerazzurro, peraltro segnato proprio contro Zenga. Mi arrivò il pallone dopo una carambola, feci un sombrero al difensore, stoppai di petto e tirai di piatto: mi riuscì tutto quanto alla perfezione, la misi all'incrocio e anche Walter venne a stringermi la mano".

"Oggi, quando Francesco Toldo mi chiama con Inter Forever, ho l'opportunità di reindossare la maglia numero 7 dell'Inter. Abbiamo giocato in stadi importanti, a Madrid, e sono stato in Cina in un paio di occasioni. È molto bello ritrovarsi, si rivedono gli ex compagni e si ritorna a vivere il clima partita senza ansie".


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