MILANO - È Stefano Vecchi l'ospite del consueto appuntamento settimanale con "Caffé Doppio". L'allenatore della Primavera nerazzurra si è raccontato ai microfoni di Inter Channel, cominciando dai primi passi mossi come calciatore nel Settore Giovanile interista: "All'Inter ho fatto quattro stagioni, due nella categoria Allievi e due in Primavera. All'esordio con Mereghetti ho fatto un po' di fatica, ma la stagione successiva negli Allievi Nazionali con Tagnin sono diventato un giocatore importante. È stato l'inizio della mia carriera. Nei due anni di Primavera con Marini abbiamo anche conquistato lo Scudetto di categoria. Nella stagione successiva allo Scudetto dei record ho partecipato al ritiro estivo della prima squadra e sono stato convocato da Trapattoni per la Supercoppa vinta contro la Sampdoria".
Per il tecnico bergamasco, il richiamo della panchina è sempre stato molto forte: "Ho appeso le scarpe al chiodo prima che fossero gli altri ad obbligarmi a farlo. Volevo provare ad allenare e mi sono convinto che, se avessi dimostrato le mie qualità, ce l'avrei fatta anche partendo dalla Promozione. Fortunatamente ho vinto subito, ho fatto qualche buona stagione in Serie D alla Colognese e con la Tritium ho vinto due campionati. Siamo saliti miracolosamente fino alla C1 e il mio nome è finito sulla bocca di tutti".
Dopo le avventure alla Spal e al Carpi, il ritorno all'Inter: "Quando ha chiamato Samaden ho detto che all'Inter sarei tornato a piedi. Non avevo mai lavorato con dei ragazzi, ma il direttore mi ha detto che stavano cercando un tecnico che avrebbe trattato la Primavera come una prima squadra, per preparare i ragazzi al salto nel mondo dei professionisti. Per questo ho accettato subito".
Vecchi, alla sua terza stagione sulla panchina dell'Under 19, ha già raccolto due importanti successi con la Primavera: "Il primo anno avevamo un gruppo forte, l'unica vera sfida era far convivere Puscas e Bonazzoli, due prime punte. Abbiamo conquistato la Viareggio Cup vincendo tutte le 7 gare del torneo, poi purtroppo abbiamo pagato qualche infortunio di troppo durante le Final Eight. La stagione successiva, con un altro gruppo, abbiamo trionfato in TIM Cup contro la Juventus, vincendo sia a Torino sia a San Siro. È una vittoria che resterà nella testa di tutti per diverso tempo e che ci ha permesso di far crescere i ragazzi".
"L'esperienza in prima squadra? È stata indimenticabile, per me e per il mio staff. Soprattutto perché il riscontro della squadra e della società è stato positivo. L'ambizione di tornare nel calcio dei grandi c'è, ma qui mi trovo davvero benissimo. La Primavera dell'Inter è come fare la Serie B da qualsiasi altra parte. L'anno prossimo, inoltre, ci sarà un campionato vero, con la possibilità di affrontare sempre gli avversari migliori".
Chiusura dedicata alle Final Eight 2016/2017: "Ci siamo qualificati con due giornate di anticipo in un girone difficile. Non è un traguardo scontato, perché ogni anno ci sono delle sorprese e ad alcune nostre avversarie è capitato di restare a casa. Siamo una squadra in crescita, non abbiamo ancora espresso tutto il nostro potenziale e spero che nelle fasi finali si possa fare questo salto, con l'aiuto della buona sorte, fondamentale quando disputi tre gare in una settimana".