MILANO - "Hai visto che fisico?". Gli appassionati frequentatori di Interello sono rimasti impressionati prima di ogni altra cosa dalla corporatura di Senna Malik Miangue. Si parlava di lui da un po', era corsa voce che l'Inter si fosse interessata a un giovane giocatore belga, ma in pochi si aspettavano quella statura: "Ma è lui il '97 che doveva arrivare?". Era lui. La sorpresa dei tifosi sarebbe proseguita perché a quel fisico Senna, come tutti inizialmente lo chiamavano, in quello che oggi si chiama Centro di Formazione Suning in memoria di Giacinto Facchetti, abbinava una straordinaria corsa e una perfetta coordinazione.
Il celebre talent scout nerazzurro Pierluigi Casiraghi si era definitivamente convinto a portarlo in Italia dopo un Belgio-Austria Under 16. Sulla tribuna dello stadio, il "Casi" aveva cercato i familiari del giocatore per organizzare un appuntamento e presentare il progetto che l'Inter aveva su un ragazzo di così belle speranze. C'era da anticipare la concorrenza dell'Arsenal e di altri club europei interessati a costruire un giocatore su un fisico così straripante. L'opzione Interello, l'idea di formazione che è conosciuta in tutta Europa, alla fine ha prevalso.
"Ma Senna è il nome o il cognome?", altra questione di cui si è dibattuto inizialmente nel centro di formazione nerazzurro, e dalla questione è sortita una bella storia. Miangue è il cognome, Senna è proprio il nome, scelto per rendere omaggio al grande campione brasiliano di automobilismo, idolo di papà Boniface, lui che in gioventù era stato un centrocampista della nazionale congolese, motivo per cui Senna è teoricamente convocabile, oltre che dal Belgio, dove ha giocato in tutte le selezioni giovanili, dall'Under 15 all'Under 21, anche per l'ex Zaire, la Repubblica Democratica del Congo.
Senna Miangue, figlio di un calciatore e col nome di un pilota di Formula 1, aveva però iniziato col basket, una bella scuola per quel che riguarda la coordinazione dei movimenti e per la pulizia della corsa. Nato nella splendida Anversa, Senna ha scelto il calcio solo a 12 anni, prima a Hoboken, quindi col Germinal Beerschot, club di buona tradizione belga, da dove, nel 2013, la società nerazzurra lo preleva. Il giovane belga arriva a Interello per mettere dentro quel fisico tante conoscenze tecnico-tattiche. Inizialmente si parla di lui come di un difensore centrale, anche per la statura, sopra il metro e novanta, poi però quella corsa impone agli allenatori del Settore Giovanile nerazzurro di provarlo anche come terzino sinistro. Proprio in quella posizione di campo fa il suo esordio coi grandi, all'inizio di questa stagione, sul finale di agosto, sostituendo Davide Santon, contro il Palermo. Desta subito, tra tifosi e addetti ai lavori, attenzione e curiosità: il fisico gli permette di giocare senza problemi in prima squadra, molti notano il suo educatissimo sinistro. Sbaglia poco, mentalmente è sempre in partita: è giocatore, è il giudizio praticamente unanime.
Dopo altre due presenze in nerazzurro, la società gli disegna un percorso di crescita prestandolo nella massima serie, al Cagliari: lì sceglie la maglia numero 12, lo stesso che ha usato più volte proprio Ayrton Senna. Un altro, l'ennesimo ragazzo 'made in Interello' ha scaldato i motori, ed è pronto a prendersi la Serie A.
Carlo Pizzigoni