1930, INTER-SPARTA PRAGA ATTO PRIMO

Con MondoFutbol.com riviviamo la prima "doppia sfida" del 1930 tra i nerazzurri e la formazione di Košťálek e Braine

MILANO - Una doppia sfida. Una delle prime di una Storia che dura da più di 80 anni. Nel 1930, la Società Sportiva Ambrosiana, fino al 1928 F.C. Internazionale, ha una nuova avventura da affrontare. Da vincitrice della Serie A 1929-1930, la prima a girone unico, la compagine nerazzurra ha il compito di rappresentare, insieme al Genoa, l'Italia nella Coppa dell'Europa Centrale, la competizione creata nel 1927 su iniziativa dell'austriaco Hugo Meisl, grande dirigente e geniale allenatore, con lo scopo di mettere di fronte le migliori squadre di quella parte d'Europa.

La formazione milanese, dopo aver sfiorato la partecipazione nel 1929, nel torneo a otto squadre ci entra dalla porta principale. Pochi mesi prima infatti ha vinto lo scudetto dopo una volata su Genoa e Juventus con una formazione di talento ed esperienza. Il leader tecnico è il più giovane di tutti, ha 20 anni e si chiama Giuseppe Meazza, capocannoniere uscente della Serie A con 31 gol. A comandare la difesa c'è Luigi Allemandi, grande visione di gioco e ottimi piedi, a gestire il centrocampo Giuseppe Viani, detto Gipo, futura spalla di Nereo Rocco al Milan e uno dei primi allenatori a introdurre il "libero" in Italia. Accanto a loro c'è un ottimo esterno d'attacco come Leopoldo Conti e Pietro Serantoni, centrocampista completo di grande dinamismo con il vizio del gol.

A volerlo all'Inter, mentre faceva il servizio militare a Milano, è stato l'allenatore di quella squadra: Árpád Weisz. 34 anni, ex calciatore con una buona carriera tra la "sua" Ungheria, la Cecoslovacchia e l'Italia, dove è arrivato da giocatore nel 1924. Nel 1930 è uno dei tecnici più stimati d'Europa, il più giovane ad aver vinto la Serie A, un record che resiste tuttora.

Un ottimo organico che però ha di fronte nella Mitropa il gotha del calcio europeo. Prima gli ungheresi dell'Újpest detentori del trofeo (eliminati dopo ben quattro partite) e poi lo Sparta Praga. Gli allora cecoslovacchi, allenati dallo scozzese John Dick, hanno uno squadrone. Due le stelle: il centrocampista offensivo Josef Košťálek e l'attaccante Raymond Braine, prolifica punta belga appena prelevata dal Beerschot. Tutti questi fuoriclasse si presentano all'Arena Civica di Milano il 28 settembre 1930 agli ordini di John Langenus che neanche due mesi prima aveva arbitrato la finale del primo Mondiale della Storia. E di lavoro, il belga ne avrà parecchio.

La partita è dura per i nerazzurri, soprattutto perché l'Inter dopo 15' è sotto di due gol, entrambi realizzati da Josef Košťálek, il primo segnato dopo venti secondi di gioco. Una battaglia in cui Meazza riceve colpi duri, soprattutto dal mediano Karel Pešek-Káďa e in cui si infortuna il portiere Degani dopo un'uscita su Braine. I milanesi rimangono in dieci con Umberto Visentin, un attaccante, che sostituisce il numero uno tra i pali. Anche con un uomo in meno però i nerazzurri resistono e a cavallo dei due tempi con Serantoni prima pareggiano su punizione e poi agguantano il 2-2, sempre con un gran tiro del centrocampista. E negli ultimi minuti rischiano con quattro attaccanti anche di vincerla. Un pari eroico che però non basterà ai nerazzurri per passare il turno.

Nel ritorno a Praga, il 12 ottobre, l'Inter, con in porta l'esordiente Pietro Miglio (dopo l'infortunio anche del secondo portiere la società milanese l'aveva reclutato con un annuncio sul giornale), perderà 6-1, con il 20enne piemontese comunque tra i migliori. Un'eliminazione cocente resa meno amara solo dal titolo di capocannoniere, conquistato con sette reti da Meazza. L'azzurro vincerà altre due volte la classifica marcatori, sempre con la maglia dell'Inter. Che aveva appena iniziato un cammino che l'avrebbe portata in cima all'Europa e al mondo.

Roberto Brambilla


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